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Piano sanitario Marche: «Ineludibile uniformare procedura e organizzazione del sistema emergenza»

SANITA' - Lo affermano in documento unitario il coordinatore Siems Marche Riccardo Sestili, dei referente Siiet Marche Paolo Armillei e Cristiano Calò, il referente Aniarti Marche Daniele Messi, il presidente Coes (Conducenti Emergenza Sanitaria) Marche Stefano Marconi. Le società scientifiche in audizione alla Commissione Sanità regionale
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In Commissione regionale Sanità per un’audizione sul Piano Socio Sanitario: ad esprimere pareri e proporre percorsi ritenuti ormai ineludibili, ieri 1 luglio ad Ancona, la Siems (Società italiana Emergenza Sanitaria), la Siiet (Società italiana Infermieri Emergenza Territoriale) e la Aniarti, rappresentati da presidenti e coordinatori regionali.

 

«È stato un lavoro di gruppo importante e significativo per poter dare anche il nostro contributo sulla riorganizzazione di tutto il sistema 118 delle Marche», il commento dei partecipanti, medici, infermieri e autisti soccorritori.

 

Porta – e non a caso – la firma del coordinatore Siems Marche Riccardo Sestili, dei referenti Siiet Marche Paolo Armillei e Cristiano Calò, del referente Aniarti Marche Daniele Messi, dal presidente Coes (Conducenti Emergenza Sanitaria) Marche Stefano Marconi il documento condiviso che contiene numerose linee guida per un rinnovo radicale del sistema, temi ribaditi in audizione.

 

«Le attività di assistenza sanitaria prevedono naturalmente l’erogazione omogenea delle funzioni sanitarie nei confronti della popolazione regionale su tutto il territorio. Questo principio – si legge in premessa – riveste particolare rilievo per alcune funzioni che non possono essere ragionevolmente replicate in maniera autonoma per una pluralità di Aziende laddove presenti».

 

Mentre per le attività legate alla trapiantologia e alla medicina trasfusionale, sono stati creati centri di riferimento regionali, «nulla è stato fatto per il Sistema 118. 

L’istituzione delle Ast, in aggiunta all’Azienda Ospedaliero Universitaria delle Marche, che gestisce il Servizio di elisoccorso rende oggi più che mai ineludibile prevedere a garanzia di una uniformità dell’assistenza su tutto il territorio della Regione una gestione trasversale coordinata interaziendale tra i diversi soggetti che erogano tale tipo di assistenza così come attuato in ben 17 delle 21 Regioni italiane. Le Marche restano fuori insieme con Umbria, Puglia e Campania.

 

Paolo Armillei

«Nell’ambito del soccorso pre-ospedaliero – rilevano Armillei e Calò per la Siiet, e le argomentazioni sono state condivise da tutti gli altri, pronti a collaborare in tal senso – non si tiene conto dell’evoluzione normativa e formativa che hanno interessato le professioni infermieristiche.

La Survey “competenze infermieristiche nel servizio di emergenza territoriale” 2021 – ha mostrato come il capitale professionale non venga adeguatamente valorizzato e offra un servizio sottodimensionato rispetto alle reali capacità.

Uno spreco che si ripercuote in termini di assistenza al cittadino, possibili ripercussioni medico-legali sia direzionali che del singolo operatore, un costante disinnamoramento che comporta difficoltà nel reclutamento e mantenimento degli organici.

Organizzativamente la frammentazione territoriale in piccoli centri di coordinamento ha vanificato il tentativo di creare, anche a livello provinciale, un team di soccorso, che incrementi il senso di appartenenza tipico delle squadre di soccorso come nei Vigili del fuoco.

Nell’ambito delle problematiche da affrontare immediatamente, preme sottolineare la questione dell’adempimento normativo e riconoscimento delle conoscenze».

 

Tra le proposte per superare le principali criticità Siiet avanza il «riconoscimento professionale dell’infermiere e di infermiere esperto Set; la rimodulazione a livello regionale della dislocazione delle Potes e dei relativi equipaggi Advance Life Support (Als) a leadership medica; Als a leadership infermieristica e mezzi di soccorso di base (MSB).

A fronte di una marcata medicalizzazione degli equipaggi – si evidenzia nel documento – il tasso di ospedalizzazione regionale resta elevato. Mentre, come risulta dagli studi alla base del Pssr, il 55% degli interventi rientrano con cidici minori (verdi e bianchi)».

 

Per Siiet, che vede la creazione di un centro di coordinamento unico tra le centrali operative, Nue 112 e  gli altri enti di soccorso, è fondamentale l’unificazione del sistema regionale che vada dalle procedure di ospedalizzazione delle patologie tempo dipendenti alle dotazioni tecniche.

 

Il protocollo punta i fari anche sulla figura professionale dell’Autista Soccorritore, non ancora normata a livello nazionale.

«Le competenze e le attività dell’Autista Soccorritore – sono le considerazioni della Coes – oggi sono assolutamente adeguate alle necessità operative, sia da un punto di vista tecnico e di sicurezza, sia dal punto di vista della capacità di operare sul paziente, nell’ambito delle proprie competenze.

E’ un dato di fatto che ad oggi le tipologie dei mezzi di soccorso impiegati a copertura del territorio siano difformi a tal punto da render complesso analizzare quale sia più appropriato, performante ed economicamente sostenibile.

Nell’ottica di una riorganizzazione riteniamo assolutamente necessario prevedere una linea comune all’interno del territorio regionale attraverso l’adozione di un modello unico di composizione degli equipaggi, andando verso una gestione diretta dei mezzi con personale sanitario a bordo, con personale tecnico Autista Soccorritore dipendente del Ssr, e l’affidamento dei mezzi Msb».

 

Ultimo, ma non per importanza per Siiet, Siems, Aniarti e Coes, «l’unificazione dell’intero Sistema di Emergenza Urgenza, con una  direzione regionale, al cui interno dovranno essere aggregati tutti gli interlocutori direttamente coinvolti quali Centrali 118, Potes, Elisoccorso, Trasporti sanitari, dotata di autonomia finanziaria, organizzativa, gestionale ed amministrativa per il conseguimento di obiettivi sanitari». 

 

 


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