«Le cautele non sono state seguite», in questo modo si «alimenta il pericolo di infiltrazioni criminali». Lo ha messo nero su bianco Raffaele Cantone, presidente dell’Anac, l’autorità anticorruzione. Parole dirette a tutti gli enti coinvolti nella ricostruzione post terremoto, in particolare per quanto riguarda la realizzazione delle sae. In primis le regioni Marche e Umbria, ma anche la presidenza del Consiglio dei ministri e il ministero delle Infrastrutture.
Ritardi nella consegna a parte, il nodo riguarda principalmente i cantieri delle casette e gli operai che ci lavorano. Sia per quanto riguarda le ditte in subappalto che hanno ottenuto i lavori dai consorzi vincitori della gara miliardaria, sia sugli operai utilizzati. Per dirla in breve: trasparenza e sicurezza. In provincia di Macerata la Cgil ha già denunciato diversi casi tra operai clandestini, contratti non rispettati, stipendi in ritardo e minacce. Con tanto di atti finiti in procura. E così Cantone, dopo aver inviato i finanzieri nei cantieri di Norcia, riscontrando diverse irregolarità, è tornato a scrivere in risposta alle Regioni. Quest’ultime, per giustificarsi, hanno fatto riferimento alla normativa sulla somma urgenza, che permette alle ditte subappaltatrici di produrre autocertificazioni sui requisiti e agli enti di svolgere controlli successivi. Ma questi controlli sembra non siano avvenuti. Da qui l’invito di Cantone, non vincolante. «Recedere dai contratti di supappalto – ha scritto il presidente dell’Anac – nei quali è stata rilevata la presenza di personale in distacco, oppure, in alternativa, estendere i controlli sui requisiti di moralità alle imprese distaccanti».
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