«Le scriventi organizzazioni sindacali, con spirito propositivo e un sentitissimo augurio di buon lavoro per il suo insediamento, ritengono necessario informarla sulle motivazioni che hanno portato a una mobilitazione del personale del comparto, protrattasi per circa un anno, culminata nello sciopero del personale dell’allora Area Vasta 5, a dicembre, e che continua tutt’ora con lo stato di agitazione»: è questo il benvenuto del nuovo direttore generale di Ast Ascoli, da parte di Nursind, Usb e Nursing Up che a metà luglio hanno proclamato un nuovo stato di agitazione, per spronare i vertici aziendali a risolvere le vecchie problematiche, che sono tutte ancora sul piatto.
Maurizio Pelosi (Nursind), Mauro Giuliani (Usb) e Roberto Tassi (Nursing Up) riepilogano così alla dottoressa Nicoletta Natalini tutto quanto accaduto ed acuito dal continuo cambio di direttori e commissari, i quali – secondo i sindacalisti – «hanno dimostrato un atteggiamento di silenzio e indifferenza.
Non solo non hanno fornito alcuna risposta, ma hanno anche peggiorato la situazione con l’adozione di procedure illegittime e in violazione delle norme contrattuali, come nel caso delle procedure per gli incarichi di funzione.
Pertanto, desideriamo sollevare nuovamente le criticità ancora irrisolte e attendiamo con fermezza delle adeguate risposte a riguardo».
I rappresentanti dei lavoratori partono dalla più recente criticità, relativa alla mancanza del direttore delle Professioni Sanitarie, sollevata già al commissario Maria Capalbo (leggi qui).
Snocciolano poi le altre rivendicazioni, come la restituzione di 495.000 euro del Fondo Produttività 2021 ai lavoratori comparto e relativo pagamento a saldo, non ancora sottoscritto in via definitiva.
Ricordano anche la rideterminazione del Fondi contrattuali che come evidenziato è inferiore rispetto alle altre Aree Vaste di circa 1.000 euro pro-capite, generando di fatto una disparità di trattamento economico per i lavoratori di Ast Ascoli.
«Fondi contrattuali rideterminati con la determina del 7 giugno, ma che non compensa le inaccettabili disuguaglianze con gli altri lavoratori delle altre aziende sanitarie delle Marche», sottolineano Pelosi, Giuliani e Tassi che continuano ricordano le varie indennità previste dal contratti nazionale e non ancora riconosciute.
I sindacalisti passano poi alla revisione della dotazione organica, «per coprire le gravi carenze e riaprire servizi e reparti chiusi come Urologia, Dau Hospital psichiatrico, il secondo piano della Rsa di Offida e aprire stabilmente reparto malattie infettive nella palazzina B ospedale “Mazzoni” di Ascoli».
E via con il rinnovo precari e le stabilizzazioni, la ripartizione delle risorse all’interno del fondo “Condizioni di lavoro e incarichi” e la costituzione di uno nuovo, gli incarichi di funzione che avvenga secondo regola, il riconoscimento dei tempi di vestizione Covid e non solo, le premialità Covid, le Peo e tanto altro.
«Siamo fin da ora completamente disponibili – concludono i sindacalisti – ad avviare un dialogo, consapevoli che le problematiche sollevate non derivano da una sua diretta responsabilità.
Tuttavia, riteniamo che ci siano le questioni prioritarie da affrontare per garantire un confronto sindacale costruttivo.
Non abbiamo alcuna intenzione di rinunciare agli obiettivi che sono diventati urgenti per tutelare i lavoratori, i quali meritano risposte adeguate e tempestive».
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