«Gli uffici regionali hanno risposto alla mia interrogazione di qualche settimana fa che “sono in corso di reperimento i fondi necessari ad avviare la progettazione”. Ad oggi quindi non ci sono i soldi per la progettazione preliminare, figuriamoci i presunti 100 milioni (forse anche pochi) per la costruzione della struttura».
Sono le parole di Anna Casini, consigliera regionale del Partito Democratico, all’indomani della firma dell’accordo per il nuovo ospedale di San Benedetto, tra il presidente della Regione Acquaroli, il sindaco Spazzafumo e la dg di Ast Ascoli Natalini.
«Il nuovo ospedale – continua Anna Casini – dovrà intercettare anche la mobilità sanitaria dall’Abruzzo. D’altronde, con un Ast che ha 14 milioni di debiti e con una Sanità al collasso, forse è meglio spostare l’attenzione.
Sarebbe anche un buon proposito quello dell’accordo, peccato che lo stesso Acquaroli ieri diceva di non sapere né dove né come sarà costruito questo fantomatico nuovo ospedale. E c’è da credergli perché nel bilancio regionale non c’è neppure un euro per la sua realizzazione.
Purtroppo – sono sempre le parole della consigliera ascolana dem – i cittadini sono affogati dalla propaganda della destra e non stento a credere che non sappiano che sotto queste chiacchiere sulla Sanità c’è la totale assenza di risorse».
Poi la stoccata ai primi cittadini di Ascoli e San Benedetto: «In tutto ciò, se il sindaco di San Benedetto si barcamena con dichiarazioni prive di fondamento, il sindaco di Ascoli è da anni muto sul tema della Sanità che pure in campagna elettorale l’ha sempre molto stimolato. Chissà se tornerà a parlare del Mazzoni sotto elezioni.
La verità è che la Regione e i sindaci delle due città più popolose stanno distruggendo giorno dopo giorno la nostra sanità.
E lo stanno facendo anche in modo subdolo, estromettendo tutti gli oltre 30 sindaci del Piceno dalle decisioni, ignorando che la Sanità non è un tema di campanile, ma sono servizi e diritti per tutti i cittadini, che vivano nelle zone interne o lungo la costa.
Cittadini che dovrebbero sapere che fine faranno il “Madonna del Soccorso” e il “Mazzoni” visto che alla pietra tombale sull’ospedale di eccellenza non è seguito nulla se non la diminuzione di prestazioni appropriate e il sovraccarico di lavoro dei dipendenti».
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