di Andrea Ferretti
Circa ottocento persone, settanta chili di mezzemaniche, fiumi di birra, tifo da stadio con cori e fumogeni, una tonnellata di pacche sulle spalle e strette di mano, tanta musica. E’ la fotografia della festa che al Sestiere di Porta Romana si è protratta fin quasi alle luci dell’alba per celebrare il Palio vinto da Lorenzo Melosso: diciottesimo trionfo rossoazzurro e secondo sigillo per un cavaliere al quale, nonostante abbia solo 22 anni, va ormai decisamente cambiata l’etichetta di enfant prodige.
Al tripudio di Porta Romana, iniziato subito dopo il rientro di figuranti e sestieranti dal corteo e dal Campo dei Giochi, hanno partecipato davvero in tanti, anche chi non aveva nemmeno seguito la Quintana e non aveva mai messo piede nella sede di Viale Treviri. Diversi anche i sestieranti con al collo fazzolettoni di altri colori. Testimonianza che la Quintana, al di là della rivalità che deve essere limitata alla Giostra, è nata e deve perpetuarsi come strumento e simbolo di amicizia, aggregazione e festa.
Un argomento quest’ultimo che purtroppo continua restare tabù per una ristretta etnia di ascolani (soprattutto giovani) i quali, seguendo “il manuale del perfetto imbecille” e “il decalogo del vigliacco”, sono molto più interessati a imbrattare i ponti e le strade disegnate dai Sestieri e a recarsi poi al Campo de Giochi, camuffato da quintanaro con un fazzolettone al collo, per offendere e, come per fortuna quest’anno non è avvenuto, a lanciare fiaccole dagli spalti.
Visto che fondamentalmente la Giostra è una competizione sportiva, e facendo un paragone con il calcio, sembra di trovarsi di fronte ad una curva da stadio dove spesso coesistono gli ultras e gli ultras imbecilli. A proposito di tifo, all’uscita di pista di Luca Innocenzi si sono levate grida di gioia dal popolo avversario, grida di dolore per i suoi. Per tutti un grido di stupore, come quando hanno fallito rigori decisivi assi del calibro di Maradona, Baggio, Messi e Ronaldo.
Innocenzi l’ha capito prima di tutti e sa bene che è lo scotto che si paga per essere stato, ed essere ancora, il miglior cavaliere in circolazione. Ma va anche sottolineata la disponibilità, sua e del suo staff, di aver messo a disposizione il van dopo che quello dei veterinari aveva lasciato il Campo dei Giochi per trasportare in clinica il cavallo ferito. Presenza del van indispensable per poter portare a termine la Quintana anche se il popolo degli imbecilli non ha sicuramente ascoltato quanto annunciato dallo speaker. Così come se n’è infischiato quando lo stesso Mario La Rocca ha più volte invitato tutti tenere un comportamento più sportivo nei confronti dei cavalieri.
Porta Romana porta le vittorie a 18. Alla seconda di Melosso vanno infatti aggiunte le 8 di Emanuele Capriotti, le 3 di Massimo Montefiori, le 2 di Luigi Civita e quelle di Gino Ricci, Francesco Scattolini e Fabio Picchioni.
Ad essere portato in trionfo, dopo i festeggiamenti a caldo al Campo dei Giochi, non poteva che essere Lorenzo Melosso. Nella sede di Sestiere non è voluto mancare proprio nessun, compresi anche il sindaco-Magnifico Messere Marco Fioravanti, il presidente del Consiglio degli Anziani Massimo Massetti e gli altri membri del CdA.
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