di Giuseppe Di Marco
Quanto costa portare acciughe e sarde in pescherie e ristoranti? I costi da tenere in considerazione sono tanti, e anche se i ricavi mettono in salvo, problemi sempre nuovi si affacciano all’orizzonte della marineria sambenedettese.
Uno di questi è il rincaro dei prezzi del gasolio e, a soffrire l’aggravio di spesa, in questo periodo, sono soprattutto i proprietari delle volanti, che pescano il cosiddetto “piccolo pelagico”. «Con il gasolio di nuovo a quota 90 centesimi, per un pieno si arriva a spendere fino a 15.000 euro – afferma l’armatore Enzo Raffaele – per una giornata in mare bisogna pagare almeno 1.400 euro, e magari c’è chi va a pescare anche con due imbarcazioni. Purtroppo, per quanto ci riguarda, lo scostamento anche di un solo centesimo influisce molto sui nostri conti, quindi figuriamoci se il costo del carburante si assesta su cifre tanto alte».
Le vendite vanno bene, ma non è sempre oro ciò che luccica. «Abbiamo ripreso a lavorare a luglio e tutto sommato non è andata male – continua Raffaele – ma la verità è che abbiamo potuto vendere molto pesce soprattutto perché se ne trovava in scarsa quantità per altre tipologie. Insomma, significa che le volanti vanno bene quando gli altri pescano poco, e non è certamente un ragionamento confortante. Alcune settimane fa abbiamo fatto una nuova riunione ad Ancona, ma di concreto non c’è nulla, e questo non ci fa stare tranquilli».
D’altronde, mesi fa, le volanti sambenedettesi chiesero udienza presso il Ministero dell’Agricoltura, Sovranità Alimentare e delle Foreste per rivedere i periodi di fermo biologico. Il prossimo, per questa tipologia di imbarcazioni, rimarrà in vigore durante il periodo più redditizio. «Abbiamo chiesto di togliere il fermo di novembre, e di fare la pausa da inizio agosto a fine settembre – conclude l’armatore – per il momento però tutto tace, e la categoria va avanti in un mare di incertezze».
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