di Andrea Ferretti
Il mondo del calcio è in lutto. Ascoli, e non solo, è in lutto. E’ morto oggi, nelle primissime ore del pomeriggio Carlo Mazzone. E’ deceduto nella sua casa di Ascoli, nella zona di Monteverde, a Porta Romana, dove viveva da molti anni con la moglie Maria Pia, sempre circondato dall’affetto dei figli Sabrina e Massimo e da quello dei nipoti e dei pronipoti. I funerali si terranno lunedì 21 agosto alle 16,30 nella chiesa di San Francesco, ad Ascoli.
Aveva compiuto 86 anni lo scorso 19 marzo. Era nato a Roma nel 1937, ma era ascolano d’adozione a tutti gli effetti come ha recentemente testimoniato la cittadinanza onoraria che gli è stata conferita dall’Amministrazione comunale di Ascoli.
Giunse ad Ascoli nel 1960, giovane calciatore della Roma, con cui aveva esordito in Serie A, per giocare e farsi le ossa nell’allora Del Duca Ascoli. Ma non se n’è più andato dopo aver conosciuto quella che sarebbe diventata la madre dei suoi figli.
Capitano, e uno dei bianconeri più presenti di sempre come calciatore, poi giovane allenatore gettato nella mischia sul finire degli ani Sessanta dal presidente Costantini Rozzi che, anche in quell’occasione, ebbe fiuto e lungimiranza.
Alla guida dell’Ascoli, Carletto (come lo hanno sempre chiamato tutti, proprio per quel suo modo di fare passionale e familiare allo stesso tempo) ha scritto pagine memorabili della storia non solo bianconera ma del calcio italiano, portando la squadra in ventiquattro mesi, tra il 1972 e il 1974, dall’anonimato della Serie C ai fasti della Serie A.
Per lui parlano i risultati, che non stati Coppe e/o scudetti – ai tempi del calcio scommesse affermò che “gli scudetti che ho vinto sono quelli dell’onestà” – ma campionati su campionati nella massima serie che lo hanno issato in una posizione incredibile: 795 panchine in Serie A, soprattutto considerando come è diventato il calcio oggi, sono umanamente inarrivabili.
Di panchine ne ha collezionate in tutto 1.278, comprese quelle di spareggi, Serie B, Serie C, Coppa Italie e Coppe internazionali.
Oltre al “suo” Ascoli e alla “sua” Roma, Carletto Mazzone ha allenato – alcune squadre a più riprese – anche Fiorentina, Catanzaro, Bologna, Lecce, Cagliari, Pescara, Napoli, Perugia, Brescia, Livorno.
Su Carlo Mazzone sono stati scritti libri e la sua vita è diventata anche un film (“Come un padre”) dopo che nel cinema era apparso anche nella pellicola “L’allenatore nel pallone” nel ruolo di sè stesso al fianco di Lino Banfi.
Si improvvisò attore solo in quella simpatica occasione perchè “recitare” non faceva parte del suo Dna. Un limite? Forse. Sicuramente la sua grandezza. Come dimostrano il grande affetto e la vicinanza che la gente ha avuto, ed ha, nei suoi confronti, con messaggi e telefonate di cordoglio che da tutto il mondo stanno inondando la sua famiglia.
La Tribuna Est dello stadio “Del Duca” dal 2019 porta il suo nome e, sempre quattro anni fa, venne inserito nella “Hall of Fame” del calcio italiano.
L’Ascoli Calcio ha chiesto di giocare stasera la prima di campionato a Cosenza con il lutto al braccio e osservare un minuto di silenzio.
Alla famiglia Mazzone le condoglianze di Cronache Picene.
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