di Giuseppe Di Marco
Allarme Riserva Sentina: cosa si sta facendo per eliminare il degrado dall’area protetta? A chiederselo è il consigliere leghista Lorenzi Marinangeli, che nel prossimo Consiglio comunale discuterà un’interpellanza per capire quali risorse abbia stanziato l’ente per la cura della riserva e come le stia utilizzando.
«La Riserva Sentina è abbandonata a sé stessa – afferma il salviniano – Da quando è stata istituita, ad esempio, la Torre sul Porto è rimasta così com’è, anche se necessita di una ristrutturazione. Al suo interno, inoltre, dovrebbero essere presenti delle figure didattiche e di accoglienza turistica, ma niente di tutto ciò è stato fatto. Inoltre, all’interno dell’area, avrebbero dovuto esserci sei zone d’acqua, comunemente note come “laghetti”, ma quattro di questi sono completamente asciutti».
Non è la prima volta che Marinangeli si interessa dei problemi di questa importante risorsa. «Una parte della gestione della Riserva è a spese della comunità sambenedettese – prosegue il consigliere di minoranza – quindi vorrei sapere come queste risorse vengono effettivamente spese. È passato un anno dalla mia ultima interrogazione sul tema, ma da allora non è stato fatto nulla, pertanto intendo depositare una nuova interpellanza per capire quanto questo ente fa, effettivamente, per la cura della riserva».
Per il commerciante ittico, la Sentina pare tutto fuorché una zona da visitare. «Tra l’altro – insiste Marinangeli – visto che il folto della canna palustre si secca, le probabilità che vi scoppi un incendio sono piuttosto alte: è vero che questa flora va mantenuta, ma penso sia necessario potarla perché non comprometta la sicurezza del luogo protetto. E i percorsi? Sono nettamente insufficienti per conoscere le caratteristiche dell’area. Tenere la riserva immersa nei rovi non mi sembra il migliore modo di gestirla. Infine, le scogliere: so che erano previsti dei fondi per contrastare l’erosione costiera, ma quando partiranno i lavori?»
La situazione offre l’opportunità al consigliere di fare paragoni con questioni simili. «Il tutto – conclude Marinangeli – mi sembra sin troppo simile a quello che si vuol fare con il Parco Marino del Piceno: far nascere un’area protetta, istituirla, e poi abbandonarla al degrado».
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