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A Poggio di Bretta i residenti diventano operatori ecologici (Le foto)

ASCOLI - Il primo tratto della strada provinciale Ripaberarda è stato ripulito da alcuni paesani volontari. Parcheggio abituale per molti automobilisti pendolari, da e per l’interno, era stato vergognosamente ridotto a una mezza discarica. L’impegno di pochi la risposta allo scarsissimo senso civico di molti. Un esempio da seguire
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di Walter Luzi

 

Aiutati che Dio ti aiuta. Da alcuni residenti della frazione ascolana di Poggio di Bretta arriva una bella lezione di impegno civico per tutti. Un pugno di volontari, improvvisati operatori ecologici, mette fine allo scempio dei primi cento metri lungo la strada provinciale Ripaberarda subito dopo il bivio che sale dalla Salaria. Un bordo strada, e costone sottostante, ridotti ad una vera e propria discarica a cielo aperto.

 

Ci sono voluti venti sacchi grandi neri pieni di rifiuti generici indifferenziati, oltre ad altrettanti in raccolta differenziata e subito avviati all’isola ecologica grazie ad un automezzo comunale dedicato, per contenere tutta la sporcizia raccattata. Il recente, e fin troppo a lungo sospirato, taglio della fitta vegetazione ai bordi della strada aveva infatti messo in mostra i cumuli di rifiuti accumulatisi nel tempo, e in parte trattenuti e occultati da rigogliosi cespugli e canneti.

 

Aberto, Guido, Massimo, Vittorio e Giorgio con una lunga giornata di lavoro sotto il sole hanno restituito il decoro minimo a quel breve tratto di rettilineo iniziale verso l’interno. Cento metri divenuti abituale e comodo parcheggio per i tanti automobilisti che vi lasciano in sosta le proprie auto e proseguono con altri mezzi. Per lavoro o per svago. Per il piacere di viaggiare insieme agli amici, o più prosaicamente, per potersi risparmiare i soldi della benzina. Ma, siamo certi, senza nemmeno pensare alle emissioni di CO2 risparmiate all’atmosfera.

 

Si, perché questi parcheggiatori abituali non è che abbiano dimostrato, almeno fino ad oggi, una qualche forma minima di rispetto per l’ambiente. Anzi. Dai finestrini delle loro auto durante soste, attese, pasteggi e bivacchi è volato fuori bordo veramente di tutto. Senza tanti problemi. Bottiglie, lattine, avanzi di cibarie, contenitori di varia origine e destinazione d’uso, scarpe, scatole di cartone, bicchieri, posate e imballi di plastica, e via disgustando. Una tristezza che deprime.

 

Nel 2023, con tutto l’ambiente in piena ribellione, con ogni  modo, contro il genere umano, che per altro continua imperterrito a distruggerlo, siamo ancora a spiegare l’abc. I comportamenti minimi di rispetto verso l’ecosistema, delicatissimo e già fuori controllo, e verso i propri simili. L’atteggiamento mentale più responsabile per salvare almeno il decoro urbano, oltre al buon gusto. Macchè. La nuova barbarie moderna è molto difficile da combattere.

 

Una desolazione. A quella del chilometro 0,100 della Provinciale Ripaberarda hanno posto fine, per il momento, spontaneamente, i nostri cinque eroi autoconvocati. E non finisce qui. Il neonato nucleo civico di volontariato ecologico autogestito, sperando nel fiorire di altre, numerose… vocazioni ad ingrossare le fila, non molla. Conta di arrivare con le pulizie straordinarie fino in paese. Un paio di chilometri appena. Forza e coraggio.

 

Intanto hanno potuto contare sul plauso, entusiasta e puntuale come da consolidata tradizione, sulla pagina Facebook del sindaco Marco Fioravanti. E sull’ancora più gradita e concreta solidarietà di alcune paesane, che si sono  preoccupate di rifocillare gli improvvisati operatori ecologici con colazioni e bibite fresche. Più che meritate davvero.

 


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