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Studioso di San Benedetto ritrova un raro documento del manicomio di Fermo risalente al 1859

SCOPERTA – Lo ha ricevuto il professor Elvezio Serena dall'amico Alessio Marucci. La struttura, sorta nel 1853 come “Casa di Osservazione”, è stata attiva fino al 1981
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«Fino a domenica 10 settembre al Torrione medievale di Magliano di Tenna sarà ancora possibile visitare la Mostra personale di Alessandro Miola “Via Zeppilli“, (di cui è partner anche Cronache Fermane) con foto originali del Manicomio di Fermo.

E, a proposito di Manicomio, segnalo che il carissimo amico Alessio Marucci di San Benedetto del Tronto, studioso e collezionista di storici documenti, ha ritrovato, nel suo ricco archivio, il raro documento con intestazione “Commissione amministrativa provinciale di Fermo”, datato 22 giugno 1859, un anno e mezzo prima che la città perdesse la Provincia».

E’ quanto annuncia il professor Elvezio Serena

«La lettera – prosegue Serena – inizia così: “Stabilitosi in questa città per le sollecitudini del Consiglio provinciale un nuovo Ospizio dove sono custoditi e curati i dementi poveri di questa Provincia, si trova necessario di comunicare alcune Norme da osservarsi nei singoli casi dalle rispettive Magistrature”.

 

Al punto 1: Non si ricevono Demeriti in detto Ospizio senza che la Magistratura locale ne abbia dato preventivo avviso a questa Commissione. 

Nella lettera di prevenzione dovrà unirsi il certificato del Parroco, dal quale emerga il luogo della nascita dell’Alienato, il tempo della sua dimora nel comune ove si sviluppò la pazzia, lo stato economico dell’Alienato, e dei parenti, che jure sanguinis sarebbero tenuti al mantenimento del medesimo. Verrà contemporaneamente inoltrata la storia medica di esso Alienato redatta dal medico curante nella modula informativa, di cui si uniscono alcuni esemplari a stampa. 

Al punto 2: Tali documenti saranno presi in esame dalla Commissione e dal Medico Direttore dell’Ospizio, e riconosciutasi l’ammissibilità a seconda delle norme stabilite, si darà immediato riscontro alla Magistratura, rimettendosi la pagella di accettazione, senza la quale il custode dell’Ospizio non può ricevere alcun Alienato.

Al punto 3: Tutte le spese, comprensivamente a quelle di traduzione, sino al momento di ricevimento nell’Ospizio, sono a carico del Comune.

Al punto 4: Verificandosi la guarigione, che verrà subito partecipata al capo del Municipio, spetta al medesimo di provvedere al sollecito ripatrio del demente risanato. In caso di tardanza, le spese ulteriori di mantenimento restano a carico del Comune». 

 

«Al documento, sottoscritto da Domenico Ranaldi e Francesco Vitali, è allegato un “Modula informativa per l’ammissione dei pazzi nell’ospizio provinciale di Fermo”.  All’interno la Scheda con le varie voci, tra cui: Nome e Cognome, Patria e Domicilio parrocchiale, Età, Stato civile, Condizione sociale, ecc. Si prosegue con “Se sia stato attaccato altre volte da pazzia, o da altra speciale e rilevante infermità, Epoca dello sviluppo della pazzia e se intermittente o continua, Descrizione degli atti commessi come contrassegni della pazzia, Cura domestica e medica usata dal pazzo”, ecc. Sono trascorsi ben 164 anni da quel documento: il mondo è cambiato, prima lentamente, oggi velocemente. Per fortuna nel 1978 è arrivata la Legge Basaglia! L’Ospedale Psichiatrico provinciale di Fermo, sorto nel 1853 come “Casa di Osservazione” presso il Convento di San Domenico, nel 1857 fu spostato presso l’ex Convento di San Francesco da Paola, nel 1871 venne trasferito nell’ex Convento dei Cappuccini (acquisito dal demanio nel 1861), e nel 1873 fu trasferito definitivamente nel grande Complesso dell’Annunziata, dove ha operato fino al 1981». 

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