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Il colonnello Domenico Barone è il nuovo comandante dei Carabinieri di Ascoli

ASCOLI - Il 47enne originario di Campobasso proviene dal Comando generale dell’Arma a Roma e sarà chiamato a raccogliere l’eredità di Giorgio Tommaseo. Feedback più che positivi per l’accoglienza riservata in questi primi giorni a tutta la sua famiglia. «Tutelerò in particolare le fasce più deboli, il rispetto e l’umanità sono l’aspetto più importante»
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di Federico Ameli

 

Passaggio di consegne al Comando provinciale dei Carabinieri di Ascoli, dove nella mattinata di ieri, venerdì 15 settembre, il colonnello Domenico Barone ha ufficialmente ereditato il testimone dal collega Giorgio Tommaseo, passato pochi giorni fa all’Europol.

Domenico Barone

 

47enne originario di Campobasso, Barone approda nel Piceno dopo aver fatto parte del Comando generale dell’Arma a Roma portando con sé un notevole bagaglio di esperienza in Italia e all’estero.

 

Dopo aver iniziato la carriera a Napoli, il nuovo volto dei Carabinieri di Ascoli è stato comandante della Compagnia di Gallipoli prima e Moncalieri poi, prendendo successivamente parte a operazioni di pace condotte dalla difesa italiana in Libia, Niger e Tunisia e collaborando con l’ambasciata di Tbilisi, in Georgia, in qualità di esperto di sicurezza.

 

«I principi della legalità rappresentano ovviamente i punti di riferimento dell’azione di ogni comandante – afferma Barone – ma la mia sensibilità è orientata in particolare alla tutela delle fasce più deboli, a cominciare dagli anziani.

Il comandante Barone insieme ai suoi collaboratori

 

Sono cresciuto insieme ai nonni e, ogni qualvolta assisto a una violenza commessa a scapito degli anziani, non riesco davvero a tollerarlo.

 

Una particolare attenzione sarà riservata anche ai casi di violenza domestica e ai bambini, come anche ai reati predatori e ai furti in abitazione, che in fondo è la cosa più sacra che ognuno di noi abbia».

 

Come riferito dal neocomandante, l’azione dei Carabinieri della provincia di Ascoli dovrà ripartire da un sentimento di umanità, con l’obiettivo di garantire la sicurezza della cittadinanza.

 

«Dietro ogni divisa c’è un uomo con le sue convinzioni, le sue debolezze e i suoi convincimenti, ma che in quanto uomo deve comprendere cosa e chi ha di fronte – sostiene Barone -. Posso assicurare che di fronte a traumi e violenze non si fa mai l’abitudine. Dobbiamo entrare in empatia con le persone e fornire loro conforto, anche con una pacca sulla spalla o una buona parola. Per me i numeri sono importanti, ma vanno sempre contestualizzati: la nostra attività si misura sulla percezione della sicurezza delle persone. Il rispetto e l’umanità vengono sempre prima di tutto».

 

Giunto in città nella giornata di lunedì, Barone ha già avuto modo di sperimentare l’accoglienza speciale riservata dal Piceno a lui e alla sua famiglia.

 

«Non ero mai stato ad Ascoli prima d’ora, ma sono felicissimo di essere qui. Gli ascolani sono persone laboriose, che comprendono le difficoltà che può provare una persona che si trasferisce qui.

 

Porto l’esempio di mia figlia, che frequenta la quinta elementare e si è trasferita in una classe ormai inevitabilmente già molto affiatata. Tornata a casa dopo il primo giorno di scuola aveva un entusiasmo straordinario: si tratta di piccole cose, ma molto importanti, che difficilmente si trovano altrove e che mi hanno aperto il cuore, facendomi sentire davvero accolto.

 

Inoltre, la città è davvero una realtà a dimensione d’uomo – conclude – ben lontana dal traffico di Roma. Le premesse sono davvero più che positive».

 

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