di Antonio Bomba
Immigrati e flussi migratori al centro dell’attenzione politica regionale anche questa settimana. Oggi sono riprese anche le assemblee del Consiglio regionale dopo la pausa estiva. Occasione ghiotta per chiedere all’assessore Filippo Saltamartini, che ha la delega all’Immigrazione, qual è la posizione della Regione Marche in merito alla volontà del Governo Meloni di istituire un centro di permanenza e rimpatrio in ogni regione italiana.
Sul tema Saltamartini è stato quanto mai cauto e poco propenso a credere che una simile iniziativa possa essere attuata dalle nostre parti: «Noi non abbiamo l’afflusso delle altre regioni. I “Centri di permanenza per il rimpatrio” sono degli strumenti per consentire l’identificazione di persone che accedono al nostro territorio senza permesso di soggiorno o permesso d’ingresso. Quindi è una misura organizzativa per consentire l’identificazione sulla base del trattato di Dublino. Quindi per le Marche non c’è l’esigenza di avere questo centro».
Ma se proprio il Governo lo chiedesse per legge? «Lo strumento è uno strumento di identificazione, un tipico strumento di polizia, il governo ha deciso di affidare al ministero della Difesa l’individuazione di alcune caserme dismesse come ce ne sono anche nelle Marche quindi potrebbe anche accadere che questa misura sia adottata all’interno della nostra regione. Però – ha specificato l’assessore – è un centro di detenzione amministrativa di cui si sta approfondendo la costituzionalità perché prevede delle misure restrittive della libertà personale. Ricordo che in Africa non tutti i Paesi hanno un ufficio anagrafe in grado di identificare le persone».
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