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Bonifica dell’area Carbon, Legambiente palude al progetto e organizza un incontro pubblico

ASCOLI - L'evento si terrà il 23 settembre e vedrà la partecipazione, oltre che del sindaco Fioravanti, anche del generale Vadalà, commissario per l’adeguamento delle discariche abusive, di Fontana, inventore del termine "Ecomafia", e l’assessore regionale Antonini
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La consegna del cantiere Sgl Carbon. lo scorso 18 settembre

 

 

Partirà dai 5 primi ettari occupati dalla vasca di prima pioggia ovvero la cosiddetta “collinetta dei veleni”, la parte più inquinata dell’area dove venivano accumulati gli scarti di produzione, la bonifica dell’area Carbon di Ascoli.  Per la sua messa in sicurezza è previsto un investimento di 6,6 milioni di euro.

 

Il percorso che ha portato a questo traguardo ha coinvolto tanti attori nazionali e locali, pubblici e privati, «e finalmente per la prima volta le promesse si stanno concretizzando» dice Legambiente che ha organizzato una conferenza pubblica dal titolo “Sgl Carbon : Il Cantiere della Riconversione”, per il 23 settembre prossimo alle ore 10,30 a  Palazzo dei Capitani in Piazza del Popolo ad Ascoli.

 

L’evento è organizzato da Legambiente, con la partecipazione coordinata della Segreteria nazionale, di Legambiente Marche e ovviamente del locale Circolo.

Avrà il patrocinio del Comune di Ascoli con la partecipazione del sindaco Marco Fioravanti.

 

Saranno presenti anche il generale Giuseppe Vadalà, Commissario straordinario per l’adeguamento delle discariche abusive, Enrico Fontana l’inventore del termine “Ecomafia” e l’assessore regionale alle Bonifiche  Andrea Maria Antonini.

 

«Si parla – si legge in una nota di Legambiente – di una riconversione industriale più sostenibile rispetto ai vari progetti che si sono susseguiti negli anni precedenti, con un focus particolare sul verde urbano.

Una soluzione verso cui Legambiente propendeva già dal 1996 e ha di nuovo sostenuta nel 2008 quando si è ricominciato a parlare di riconversione. Per questo siamo conviti che celebrare insieme questo risultato non sia scontato e soprattutto che sia importante rendere consapevoli anche i cittadini che finalmente potranno riprendersi un pezzo della loro città.

Riteniamo che solo in questo modo, collaborando e facendo rete tra associazioni, istituzioni e settore privato si potrà ridare vita ad un luogo dove la dimensione comunitaria e di bene pubblico potrà essere al centro di una progettazione finalmente condivisa».


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