Doppio fronte. Da una parte la Direttiva Bolkestein, di cui si parla ormai da 15 anni, e che entro la fine dell’anno avrà sicuramente un passaggio di svolta (in qualsiasi direzione). Dall’altro il caso locale, quello relativo alla gestione del servizio di salvataggio, che ha comportato la chiusura anticipata della stagione balneare solo nel tratto tra Cupra e San Benedetto, ovvero quello ricompreso nella gestione della Capitaneria di Porto della comandante Alessandra Di Maglio.
Di questo si sono occupati i balneari dell’associazione Itb Italia di Giuseppe Ricci nell’incontro che si è svolto sabato sera allo chalet Stella Marina alla presenza degli avvocati Vincenzo De Michele, Gabriella Guida e Domenico Ricci.
BOLKESTEIN – «Il quadro uscito fuori dalla sentenza del 20 aprile della Corte di Giustizia Europea è immutato – ha spiegato De Michele – Le concessioni demaniali marittime sono fuori dalla direttiva Bolkestein e sono fuori dal momento che non c’è scarsità della risorsa naturale: dal Tavolo Tecnico del governo sulla mappatura delle spiagge stanno emergendo dati provvisori che il 5 ottobre diventeranno definitivi e quindi toglieranno ogni dubbio su questo aspetto».
«E questo confermerà che il Consiglio di Stato e il Governo Draghi hanno commesso un gravissimo errore ritenendo illegittime le proroghe delle concessioni e individuato il termine del 31 dicembre 2023 per le gare. Gare non ce ne dovranno più essere – continua – e già attualmente le concessioni sono a tempo indeterminato perché il termine era legato a decreti legislativi che sono decaduti con l’approvazione del Decreto Milleproroghe».
SALVATAGGIO – L’avvocato sambenedettese Domenico Ricci ha spiegato la situazione che si è determinata dopo la decisione della Capitaneria, di intimare la rimozione anticipata delle attrezzature da spiaggia in mancanza del servizio di salvataggio a mare, con multe da 1.300 euro comminate a circa 10 stabilimenti. E sembra che in diversi siano pronti a impugnare la decisione e ricorrere sia per la multa che per il danno d’immagine e mancato guadagno subito.
«Credo si siano confuse le normative da applicare – ha spiegato – per capirci, esistono due diverse stagioni balneari a norma di legge: una, relativa alla gestione del turismo balneare e quindi del salvataggio a mare, l’altra, alle qualità delle acque di balneazione e che obbliga l’Arpam a delle verifiche all’inizio e alla fine del periodo».
«La Giunta regionale aveva stabilito la durata della stagione per le acque di balneazione fino al 17 settembre, per poi modificarlo con la delibera 126 e prorogarla al 30 settembre. Qui qualcuno ha fatto confusione perché la stagione turistica e del salvataggio resta sempre disciplinata dal Regolamento regionale 2 del 2004, e non vi è stata alcuna modifica, ovvero il salvataggio arriva fino al 3 settembre».
«La Capitaneria di Porto deve aver pensato che la giunta regionale avesse prolungato la stagione turistica e del salvataggio, ma non è stato così – conclude Ricci – sono state elevate sanzioni senza che l’ordinanza della stessa Capitaneria, alla quale i concessionari devono attenersi, fosse modificata. Ma non dimentichiamo – è l’ultima constatazione – che le decisioni della Capitaneria valgono anche per il Comune: se i privati sono stati sanzionati perché non era sufficiente il cartello che annunciava l’assenza del Servizio di Salvataggio, perché lo stesso non è avvenuto per il Comune laddove nelle spiagge libere era presente anche un solo ombrellone o sdraio?».
(Redazione CP)
Sul caos ombrelloni coro unanime di Spazzafumo, Capitaneria e Assenti: «Decisioni a norma di legge»
Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati