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Dehors, commercianti in attesa del Regolamento: «Ma guai a punire chi vuole lavorare»

SAN BENEDETTO - In attesa di essere ascoltati dal Comune, gli esercenti del centro sembrano divisi tra chi non ha idea della portata di eventuali cambiamenti, chi non teme la riduzione degli spazi all'aperto, e chi, invece, rischia un notevole taglio della superficie disponibile: «Sarebbe grave obbligare a rimuovere strutture costate decine di migliaia di euro»
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di Pier Paolo Flammini

 

Attenti a toccare i dehors. Sugli spazi all’aperto, protetti da tettoie e tende, gli esercenti commerciali della città si dividono tra chi sostanzialmente guarda con distanza al nuovo regolamento comunale, che deve ancora essere approvato, e chi invece ha molto timore rispetto alle anticipazioni sui possibili contenuti dello stesso.

 

Dehors in Corso Moretti

Manca, al momento, l’attivazione di quella catena di comunicazione che, a partire dal Comune di San Benedetto (di concerto con le indicazioni della Sovrintendenza), dovranno passare per i vertici delle associazioni di categorie e quindi coinvolgere i commercianti interessati. Il tutto potrebbe avvenire a breve (si legga qui).

 

Le zona del centro e il centro storico cittadino sono quelle interessate dalle disposizioni più stringenti della Sovrintendenza: ma se aspetti riguardanti il colore (quasi tutti sono bianchi) dei dehors o le dimensioni dei pannelli paravento non sembrano spaventare, è il tema della dimensione della superficie che intimorisce, per le possibili conseguenze, gli esercenti.

 

Dehors e ombrelloni Gran Caffè Sciarra

Come Manuela Ciccarelli, titolare del Gran Caffè Sciarra: «Noi chiediamo solo di lavorare, e occorre capire che San Benedetto è una città recente che al di là del mare d’estate non offre tantissimo, oltre che la passeggiata in centro. Dopo il Covid poi quasi tutti vogliono stare fuori, all’aperto, tranne che nelle rare giornate freddissime dell’inverno».

 

 

Gran Caffè Sciarra

«Si parla di destagionalizzazione e punire le strutture che offrono un momento di ristoro mi sembra controproducente – continua – Capisco eventuali problemi con la Sovrintendenza ma credo che sarebbe opportuno garantire all’esterno la superficie occupabile pari a quella interna, dunque il 100%, anche perché le tasse di occupazione del suolo pubblico sono aumentate e quindi si tratta anche di un bel gettito per il Comune».

 

«Se chiedessero delle modifiche agli attuali dehors, come i pannelli paravento, ne potremmo parlare. Ma la rimozione di intere strutture costate decine di migliaia di euro sarebbe un danno troppo pesante» conclude.

Se altre strutture del corso principale di San Benedetto sembrano meno interessate o informate sul tema, il motivo risiede nella disponibilità di spazi interni che soddisferebbero anche le richieste più severe del Comune (si parla di una forbice per l’esterno tra il 50% e l’80% dello spazio interno). Così ad esempio Leonardo Pacifici del Caffè Moretti o Francesca Michettoni del Bar dello Sport appaiono tranquilli circa eventuali provvedimenti.

 

Caffè Florian: Massimo Paoletti e Michele Capillo

All’altro locale storico di Corso Moretti, il Caffè Florian, Michele Capillo e Massimo Paoletti non hanno al momento informazioni diverse rispetto a quelle solite: «Sono quasi 20 anni che abbiamo il dehors – ci dicono – e all’epoca ci fecero scegliere tra tre colori possibili, e indicammo il bianco. Da allora abbiamo sempre l’autorizzazione fino a maggio, e ogni anno, alla scadenza, rinnoviamo la richiesta».

 


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