di Maria Nerina Galiè
“In considerazione dell’elevato numero di posti vacanti” in Ast Ascoli si procede con “l’emissione urgente di una procedura concorsuale per l’assunzione a tempo indeterminato di 10 medici per l’Emergenza Urgenza“. Un provvedimento straordinario, quello preso dalla direzione, per far fronte ad una realtà piuttosto complicata, sebbene in linea con il resto del territorio nazionale.
«Bandire il primo concorso a tempo indeterminato, e per ben 10 medici, per i Pronto Soccorso del Piceno – commenta la dottoressa Giuseppina Petrelli, direttore del reparto Emergenza e Urgenza dell’ospedale “Madonna del Soccorso” di San Benedetto – è una dimostrazione di sensibilità e vicinanza da parte dell’Azienda, verso la situazione che vivono questi reparti.
Speriamo fortemente che possano rappresentate una boccata d’ossigeno.
Se anche non fosse immediata la copertura di tutti i posti, perché molti concorsi vanno deserti o quasi in tutta Italia, comunque ci darà motivo per guardare con fiducia al futuro.
Si iscriveranno infatti specializzandi che, pur non potendo essere assunti subito, resteranno nella graduatoria dalla quale attingere appena possibile».
Il concorso infatti è aperto a candidati anche senza specializzazione, purché abbiano maturato almeno tre anni di lavoro nei reparti di emergenza.
Alcuni di loro sono stati inseriti durante la pandemia e, come si ricorderà, il “Madonna del Soccorso” era stato convertito ad ospedale Covid.
«Eravamo un punto di riferimento regionale e la mortalità è stata la più bassa delle Marche», sottolinea Petrelli senza però indorare la pillola: «Ne siamo usciti stanchi e provati. Eppure tra i nuovi specializzandi (due verranno assunti a dicembre ed a febbraio) c’è proprio chi si è appassionato di questo mestiere».
Non solo pandemia. Il Pronto Soccorso di San Benedetto, soprattutto in estate e da tempo, deve affrontare le criticità legate alla carenza di personale che proprio non va di pari passo con l’impennata di accessi. Non sempre appropriati «e che dovrebbero trovare risposte in altre sedi, tuttavia sono sempre presi in carico», sottolinea la direttrice del reparto.
Tanti i tentativi esperiti dalla dirigenza per far fronte alla necessità, dai bandi per la mobilità, agli ordini di servizio, dall’arruolamento dei neo laureati fino all’impiego dei “medici a gettone”. Il primo ottobre è partita la collaborazione, con ridimensionamenti previsti dalla legge, con la cooperativa vincitrice della gara d’appalto regionale. Per due anni è stata un’altra a dare man forte al reparto urgenza ed emergenza. «Non è stata una scelta facile – sottolinea la Petrelli – ma necessaria».
«Eppure la direzione ci ha sostenuto in tutti i modi – continua la direttrice del Pronto Soccorso di San Benedetto – come con l’apertura di un terzo ambulatorio per i codici minori, l’aumento delle ore ai medici delle cooperative per permettere all’organico di fare le ferie e la copertura dei turni con gli ospedalieri».
Nonostante i problemi, nel reparto guidato dalla Petrelli non si lascia nulla indietro: il Pronto Soccorso di San Benedetto, con la Petrelli come relatrice, come pure i colleghi del reparto Francesco Lattanzio e Paolo Giorgini, sarà protagonista del Congresso regionale Simeu (Società italiana nella Medicina di Emergenza Urgenza) che si terrà ad Ancona il 13 ottobre.
«Dei temi che si affronteranno, diversi dati sono stati elaborati nel nostro reparto. In particolare sui tempi di gestione degli infarti, sulla violenza di genere al Pronto Soccorso e sul trattamento della polmonite da Covid».
Nonostante i problemi, l’entusiasmo non manca da parte della direttrice che, passata anche questa estate, continua a pensare che il medico di Pronto Soccorso «faccia un lavoro bellissimo, ma poco attrattivo per i carichi di lavoro.
I nuovi medici, potendo scegliere, guardano a impieghi con turni meno pressanti ed a basso rischio dal punto di vista medico legale.
Tuttavia salviamo vite e vediamo subito il “risultato” della messa in atto delle nostre competenze ed esperienza. Quotidianamente il personale tutto riceve ringraziamenti per il trattamento e le cure ricevute da parte di pazienti arrivati in condizioni critiche e curati.
Con il concorso, non ci aspettiamo una immediata inversione di tendenza in merito ai carichi di lavoro, ma qui al Pronto Soccorso di San Benedetto, resistiamo e attendiamo rinforzi».
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