di Pier Paolo Flammini
Mentre la Camera dei Deputati decide di insediare la terza commissione d’inchiesta parlamentare per far luce (finalmente?) sul disastro che coinvolse il traghetto Moby Prince appena salpato dal porto di Livorno il 10 aprile 1991 (140 le vittime tra cui il sambenedettese Sergio Rosetti), a San Benedetto si riaccende l’interesse per un altro naufragio, avvolto anch’esso nei misteri ma caduto nell’oblio, per 17 anni, di istituzioni e autorità.
Il 26 ottobre 2006, in una notte “di cielo stellato”, il motopesca sambenedettese Rita Evelin affondò, trascinando con sé le vite dei tre marittimi Francesco Annibali, Ounis Gasmi e Luigi Luchetti. L’imbarcazione non è stata mai recuperata e giace a 80 metri di profondità, mentre all’epoca si segnalarono ritardi e complicazioni nel recupero degli stessi corpi dei deceduti.
Per tenere vivo il ricordo di quella tragedia e sottolineare l’importanza della sicurezza marittima, le famiglie delle vittime, con il supporto e il patrocinio dell’Amministrazione Comunale di San Benedetto del Tronto, hanno preso l’iniziativa di erigere una lapide commemorativa.
L’evento solenne di svelamento è previsto per il 26 ottobre 2023 alle 11, presso la banchina del Molo Nord del Porto di San Benedetto del Tronto. Alla cerimonia parteciperanno non solo i familiari delle vittime ma anche rappresentanti delle istituzioni locali e nazionali. Interverranno Antonio Spazzafumo, sindaco di San Benedetto del Tronto, Alessandra Di Maglio comandante della Capitaneria di Porto, Giuseppe Merlini direttore dell’Archivio Storico Comunale e Don Guido Coccia, parroco della Chiesa di San Benedetto Martire.
«È fondamentale prendersi il tempo per ricordare, riflettere e imparare dalle lezioni del passato – afferma il sindaco Spazzafumo – Il naufragio del Rita Evelin rappresenta una di quelle lezioni dolorose ma indispensabili che, attraverso il sacrificio di vite umane, ci ricorda l’importanza cruciale della sicurezza marittima. In qualità di sindaco sono onorato di partecipare all’evento di svelamento della lapide commemorativa. Questa lapide non è solo un tributo a coloro che hanno perso la vita in quella tragica circostanza, ma serve anche come costante monito per tutti noi, cittadini e istituzioni, a non abbassare mai la guardia quando si tratta di proteggere la vita umana».
«È fondamentale che il sacrificio di queste persone non vada dimenticato. Oltre a essere un gesto dovuto alla memoria delle vittime, vogliamo che questa lapide serva come monito per tutti noi, affinché tragedie del genere non si ripetano mai più» dice Giovanna Scolastici, cugina di Francesco Annibali.
«La storia è un bene comune e un patrimonio che non deve mai essere dimenticato, ma preservato e trasmesso alle future generazioni. La tragedia del naufragio del Rita Evelin è uno di quei capitoli che, pur dolorosi, sono fondamentali per comprendere la nostra identità collettiva e i valori che ci uniscono come comunità» sono le parole di Giuseppe Merlini.
«Quando ho intrapreso il viaggio letterario che mi ha portato a scrivere sul naufragio del Rita Evelin – dichiara Antonella Roncarolo autrice del romanzo “Quel silenzio in fondo al mare” – sapevo che stavo toccando una ferita ancora aperta nel cuore della nostra comunità. La tragedia sembrava essere caduta nell’oblio, sepolta sotto le sabbie mobili dell’indifferenza e del tempo che avanza. Ma le storie come queste non possono e non devono essere dimenticate. Il mio romanzo è anche dovere di memoria che ho sentito profondamente. È stata una responsabilità dare voce a coloro che non ce l’hanno più, e tentare di far luce su un evento che ha cambiato per sempre la vita di molte famiglie e di una comunità intera. Questa lapide non è solo un simbolo di ricordo, ma anche un monito per il futuro. È un modo per dire che non dobbiamo mai smettere di imparare dalle lezioni, a volte durissime, che la vita ci pone davanti».
Info: 339.6011848
Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati