di Pier Paolo Flammini
La miccia dello stoccaggio gas non si spegne ancora. Nonostante mille battaglie e vittorie burocratiche che, a un tratto, erano sembrate risolutive, la questione della centrale di stoccaggio gas proposta dalla Gas Plus in zona Agraria resta sullo sfondo delle possibilità, alla luce anche delle emergenze energetiche che si stanno susseguendo e la spinta dei governi italiani a sfruttare anche gli spazi di stoccaggio al momento non sfruttati.
Così a San Benedetto il Movimento 5 Stelle, che agli albori della sua storia fondò gran parte del proprio attivismo a San Benedetto proprio in opposizione alla centrale di stoccaggio negli anni tra il 2010 e il 2012, torna a occuparsi della questione in un incontro che si è tenuto all’Auditorium Comunale Tebaldini. Perché il prossimo 10 gennaio il Tar Lazio dovrà esprimersi su un ricorso presentato da circa 35 cittadini sambenedettesi.
A relazionare, l’attuale deputato Giorgio Fede, l’ex consigliere regionale Peppe Giorgini, il geologo Giovanni Marrone, il quale ha illustrato i rischi inerenti un evento sismico sulla costa in merito alle ripercussioni su una centrale di stoccaggio e ha fatto alcuni rilievi critici rispetto alla documentazione presentata da Gas Plus.
In sala, molti esponenti dei comitati di quartiere e delle associazioni che si sono battute contro lo stoccaggio del gas, ma anche il sindaco Antonio Spazzafumo, invitato proprio dai 5S sambenedettesi, e il vice Tonino Capriotti.
«Le ipotesi sono due – afferma Fede – o il ricorso al Tar del prossimo 10 gennaio viene rigettato, e allora l’azienda può richiedere una nuova Via, oppure venga approvato e blocca la procedura della Gas Plus». Sulla proposta di realizzare lo stoccaggio pende comunque un ricorso anche del Comune di San Benedetto che sarà valutato dal Consiglio di Stato.
Da parte sua Giorgini dichiara: «Abbiamo organizzato questo incontro perché abbiamo il sentore che il ricorso che abbiamo proposto al Tar il prossimo 10 gennaio non sarà neanche discusso. Perché i Tar al momento sembra non prendano in considerazione i ricorsi presentati dai cittadini. A quel punto la Gas Plus avrà l’autorizzazione di realizzare lo stoccaggio. Il ricorso è stato il baluardo che ha fermato l’operazione in questo decennio. Si tratta di un impianto pericoloso, l’economia della città e la città di San Benedetto non saranno più le stesse».
«Abbiamo fatto questa serata perché non siamo più in grado di far fronte alle spese sostenute in 10 anni, circa 40 mila euro, e così abbiamo chiesto aiuto al sindaco che ha capito il problema» continua.
Giorgini indica il rischio di “10 piaghe” nel caso si realizzi la centrale di stoccaggio: «In uno stoccaggio ci sono rischi di perdite e emissioni fuggitive, quindi la città diventerà puzzolente. C’è il rischio della migrazione del gas di superficie, l’inquinamento dell’aria prodotto dai motori che dovranno spingere il gas sotto terra e poi in fase di estrazione. Lo stesso va detto per la torcia candela che brucerà i gas non metanici e poi la torcia che spara in aria le sovrappressioni. Altri sono i temi dell’inquinamento delle falde acquifere, la sismicità indotta, la svalutazione degli immobili e dell’economia turistica, la subsidenza del territorio, ovvero l’abbassamento del terreno, il rischio di incidenti rilevanti e un pericolo permanente per la salute pubblica».
Durante l’incontro è stato presentata anche una parte di una puntata di Report nella quale si mostravano i risultati di una inchiesta in merito alle potenziali relazioni tra il terremoto in Emilia del 2012 e le attività di stoccaggio gas.
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