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Potabilizzatore nella zona industriale, Ciip: «Noi sempre attenti a nuove risorse, ma in questo caso forti perplessità»

ASCOLI - Sulla realizzazione dell'impianto annunciato dal Consid, parlano il direttore Giovanni Celani e l'ingegner Carlo Ianni della Cicli Integrati. Il punto anche su crisi idrica, infrastruttura di Gerosa e  captazione dal Tenna
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Nei riquadri, Giovanni Celani e Carlo Ianni

 

di Maria Nerina Galiè

 

«Come gestori dell’acqua, per 59 Comuni di Piceno e Fermano siamo sempre molto attenti ad ogni possibile nuova risorsa ed alla continua ricerca di nuove fonti di approvvigionamento. Tuttavia, in merito al potabilizzatore che il Consind intende realizzare nella zona industriale di Ascoli, nutriamo  perplessità».

 

A frenare gli entusiasmi del direttore del Consorzio di Industrializzazione Domenico Procaccini, sono il direttore Giovanni Celani e l’ingegner Carlo Ianni della Ciip Spa. Pareri che contano in quanto la distribuzione dell’acqua in tutto il territorio di competenza, deve necessariamente passare nella rete della Cicli integrati, gestore unico di acqua potabile,  industriale e del sistema fognario.

 

Per dirla in soldoni, la Ciip deve acquistare il prodotto offerto dal Consind. Se questo non dovesse accadere, il nuovo impianto potrebbe restare una cattedrale nel deserto.

 

Un passo indietro. Siamo, ancora una volta, in piena crisi idrica. Ianni: «Quest’anno, sebbene siano anni che non nevica, è “andata bene” per via della primavera particolarmente piovosa. Abbiamo dunque sfangato l’estate, ma ora siamo alla resa dei conti. Infatti abbiamo riattivato gli impianti di soccorso di Castel Trosino, di Fosso dei Galli a San Benedetto e di Santa Caterina del Fermano.

 

Una scelta non facile, sia per la qualità dell’acqua – ma attenzione, nelle case dei cittadini arriva miscelata con quella di sorgente nella misura necessaria a riempire i serbatoi – sia per l’aumento vertiginoso dei costi di energia elettrica».

 

In questa situazione, la notizia di una fonte di approvvigionamento ulteriore dovrebbe essere accolta a braccia aperte. Invece non è così. Celani e Ianni però prima precisano: «Non abbiamo ancora analizzato i progetti che dovrebbero essere, al momento, al vaglio dell’Ato 5. Il passaggio successivo sarà portare la documentazione sul nostro tavolo».

 

Dubbi sulla necessità. Celani: «Il potabilizzatore che stiamo per realizzare a Gerosa (i lavori a fine novembre), con i suoi 400 litri al secondo sarà in grado di soddisfare l’esigenza del territorio. Non ne serve un altro».

 

Dubbi sulla qualità dell’acqua. Ianni: «La captazione, non potrebbe essere altrimenti, avverrebbe a valle di una zona fortemente antropizzata e industrializzata, con tutto quello che ne consegue. Per potabilizzarla in modo sicuro, anche di fronte al rischio di infiltrazioni di sversamenti inquinanti, sarebbe necessario un impianto di trattamento altamente tecnologico dal costo elevatissimo.

Invece il Consind parla di un costo inferiore ai 3 milioni di euro per 100 litri al secondo. Pochi se proporzionati ai 20 milioni che occorrono alla Ciip per i 400 litri al secondo di Gerosa».  

 

Infine il discorso scivola sulla captazione dal fiume Tenna, molto discusso. Ianni: «Stiamo partendo anche lì. Sarà l’impianto di soccorso degli impianti di soccorso. Una opportunità in più in caso di eventi particolarmente siccitosi o di rotture. Il prelievo avverrà solo in caso di estrema necessità e nel pieno rispetto dell’ambiente».

 


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