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La Stazione di San Benedetto è ferma agli Anni ’60: gli ascensori per disabili (e non solo) diventeranno mai realtà?

SAN BENEDETTO - Nonostante periodici proclami e rassicurazioni di fronte alle proteste di cittadini e comitati, al momento tutto tace in merito agli auspicati interventi di riqualificazione promessi già nel 2017. Così la quarta città marchigiana e il secondo polo passeggeri regionale mostra un biglietto da visita oltrepassato dai tempi
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Le scale alla stazione di San Benedetto, per raggiungere i binari 2 e 3

 

di Pier Paolo Flammini

 

La stazione di San Benedetto gode di 69 fermate di treni ogni giorno feriale, in media. Il polo sambenedettese, comprendente anche la stazione di Porto d’Ascoli (64 fermate feriali in media al giorno), è di fatto il secondo cittadino delle Marche per numero di fermate: Ancona nel complesso arriva a 231 (Centrale e Torrette), San Benedetto 133, quindi Falconara 98, Civitanova 76, Loreto 64. Porto Sn Giorgio, ad esempio, è ferma a quota 48 (dati da “Il Piano Commerciale” di Rfi, luglio 2023).

 

Eppure scendendo da nord a sud appare evidente al viaggiatore come la situazione delle stazioni ferroviarie viva una forte cesura: a Macerata già nel 2013 venivano realizzati due ascensori alla stazione cittadina (costo suddiviso a metà tra Comune e Rfi, clicca qui) e gli interventi sono poi stati estesi a molte altre ferrovie marchigiane. Ma nel tratto meridionale delle Marche gli interventi che aiutino i disabili a usufruire del servizio ferroviario, neanche l’ombra.

 

La stazione di San Benedetto

E dire che già nel 2017 il direttore della Direttrice Adriatica di Ferrovie dello Stato, Riccardo Laghezza, si impegnò per la progressiva eliminazione delle barriere architettoniche nelle stazioni marchigiane con interventi nel biennio 2017-18. Cosa avvenuta ad esempio a Pesaro e Civitanova Marche, ma non a sud del Chienti. Ed ecco, poi, l’inserimento del programma di abbattimento delle barriere architettoniche a San Benedetto nel programma stilato nel 2019, rimasto tuttavia lettera morta (la pandemia è sempre una buona scusa).

 

Lo scorso mese di luglio (clicca qui), in un incontro con l’assessore alla Mobilità Bruno Gabrielli, Rfi fece sapere all’Amministrazione Comunale che «a gennaio, invece, sarà avviata la redazione del progetto di restyling della stazione. Un intervento con il quale, assicura Fs, saranno inseriti servizi per rendere lo scalo accessibile e inclusivo, soprattutto in riferimento ad utenti anziani e disabili. L’intenzione è dunque quella di realizzarvi scale mobili e quasi sicuramente, un ascensore».

 

Dunque «avviata una redazione di un progetto», al momento si intende inesistente, e non «avviati dei lavori», come auspicabile e come inteso forse da qualche cittadino (clicca qui). Nessun impegno sulle tempistiche trapelò, almeno a livello giornalistico, dopo quell’incontro. Mesi, anni?

 

Un treno jazz alla stazione di San Benedetto

Il Commissario alla Ricostruzione Guido Castelli, a stretto giro, rispose che sarebbero serviti «due anni di lavori, che partiranno l’anno prossimo e finiranno nell’autunno del 2026: è questo il cronoprogramma dell’opera di abbattimento delle barriere architettoniche prevista per la stazione di San Benedetto». Si spera sia così ma val la pena rimanere molto attenti a quanto avviene (anzi: non avviene) alla stazione di San Benedetto considerando l’assenza di un cronoprogramma certo di interventi e, come già mostrato, analoghe promesse nel passato si siano trasformate in un nulla di fatto non più accettabile.

 

Dunque il secondo polo ferroviario regionale, la quarta città marchigiana per numero di abitanti, la prima città regionale per presenze turistiche (in alternanza con Senigallia) continua a non avere ascensori, utili per i disabili ma anche a coloro che devono trasportare bagagli molto pesanti.

 

Una fantastica cartolina di ingresso.


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