di Giuseppe Di Marco
Una seconda casa della comunità a Cupra Marittima, ripristino dei 43 posti letto un tempo presenti al “Madonna del Soccorso”, nuovo ospedale votato all’emergenza-urgenza. Sono queste le richieste inviate dall’Amministrazione di San Benedetto alla Regione Marche.
Le istanze infatti sono state inserite nel documento elaborato dal Comune e condiviso – ma non sottoscritto – dai sindaci della provincia. Si tratta, nello specifico, della proposta di riforma sanitaria proposta dal vertice comunale di Viale De Gasperi, che dovrà ottenere l’assenso di Palazzo Raffaello ed essere condiviso anche dall’Arengo.
In dettaglio, il documento sottolinea lea necessità di «ripristinare presso il “Madonna del Soccorso” un numero congruo di posti letto (almeno 43), servizi, personale medico ed infermieristico. È necessario poi preparare l’ospedale ad affrontare una possibile fase successiva di questa pandemia, sia una qualsiasi nuova pandemia». Il documento inoltre mette in chiaro che bisognerà «razionalizzare servizi e reparti al momento duplicati che incidono molto sulla mancata disponibilità di personale, attraverso l’applicazione anche di quanto già previsto dalla stessa Area Vasta 5».
Per quanto riguarda la casa di comunità, si specifica che dovrà essere un «luogo fisico di prossimità dove i cittadini dei paesi dell’entroterra possono recarsi per poter avere accesso ai servizi di assistenza primaria e di integrazione socio-sanitaria». Infine, si ritiene urgente «predisporre presidi nella parte nord della provincia, in particolare sulla costa».
Nell’atto si ricorda che, durante l’estate scorsa, il servizio di guardia medica a Cupra è stato attivato solo per il mese di agosto. «Perciò – continua il documento – riteniamo necessaria la presenza di una casa di comunità a Cupra Marittima, la cui posizione strategica offrirebbe un servizio anche alla vallata. In aggiunta, una casa di comunità a Cupra aiuterebbe anche ad alleggerire il Pronto Soccorso di San Benedetto, che nel periodo estivo è sovraccarico di richieste e molto difficile da raggiungere in tempi brevi».
Il futuro ospedale di Ragnola quindi dovrà essere votato all’emergenza e urgenza. Per la minoranza, comunque, un compromesso di questo tipo non potrebbe mai essere accettato da Ascoli Piceno. L’opposizione chiede invece che il vertice comunale prosegua lungo il solco del decreto Balduzzi, che prevede un ospedale di primo livello per un bacino d’utenza come quello di San Benedetto.
«Se vogliamo alzare la qualità della nostra sanità dobbiamo trovare una soluzione insieme ad Ascoli – ha spiegato il presidente di commissione Umberto Pasquali – Se invece vogliamo continuare a contrapporci alla Regione non andiamo da nessuna parte. Il decreto Balduzzi è inapplicabile nella nostra provincia, perché è utopia che Ascoli possa accettare un ospedale di base. Quindi serve un accordo con il capoluogo, altrimenti ci rimettiamo tutti».
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