di Maria Nerina Galiè
«Terza corsia e miglioramento dell’autostrada A 14 sono ormai ineludibili. E stavolta non bisogna tentennare o, peggio, fare la scelta di non fare.
Poi anche i collegamenti interni e, soprattutto, con la fascia tirrenica, che siano su ruote o ferro. Uscire da Ascoli è diventato un incubo, al quale bisogna porre fine.
Come far e con quali risorse? Che vengano resi noti e chiari gli studi tecnici, come i tempi e le risorse concretamente disponibili.
E’ certo che così non si può andare avanti».
Non usa mezze parole Arianna Trillini, imprenditrice di Ascoli e presidente della Cna picena. L’associazione che rappresenta è tra i le firmatarie a livello regionale di un documento condiviso con la Regione e che questa ha già recepito.
«La terza corsia dell’autostrada A 14 – continua Trillini – non è rinviabile. Non deve sfuggire l’opportunità di un miglioramento storico della viabilità.
E’ sotto gli occhi di tutti la differenza, in termini di percorribilità, per non parlare di sicurezza, del tratto da Porto Sant’Elpidio, Civitanova verso nord e quello del resto d’Italia, direzione sud».
L’Italia è divisa in due proprio nel tratto piceno dell’importante arteria, il peggiore in quanto stretto, privo di vie di fuga e pieno di gallerie, in grado di spezzare lo Stivale nei periodi critici dell’anno, come durante gli esodi, o solo per un piccolo incidente.
Ma su quel tratto di pochi chilometri c’è anche chi ha perso la vita.
Per non parlare dei disagi che deve affrontare, ogni giorno, chi percorre l’autostrada per motivi di lavoro. Come chi deve andare a Roma o spostarsi all’interno della provincia. No, non siamo messi bene, nel Piceno, sul fronte viabilità.
«Siamo aperti a tutte le ipotesi di miglioramento dei collegamenti interni – rimarca Arianna Trillini – dalla Mezzina ai 120 milioni di euro stanziati per la Salaria.
Ma per quanto riguarda l’autostrada non va fatto l’errore di anni fa, quando si fece la scelta di “non decidere”.
Stavolta dobbiamo andare dritti nella direzione di risolvere una situazione che sta diventando sempre più pericolosa.
Sono stati fatti diversi tavoli, anche con le Prefetture. Ora dobbiamo essere uniti e compatti nell’andare avanti.
Poi – sono ancora le parole dell’imprenditrice – se in alcuni tratti possa esserci l’arretramento piuttosto che l’allargamento si ragionerà dopo, sulla base degli studi che si portano avanti da tempo.
Non è detto che dappertutto vada adottata la stessa misura. Ci sono le gallerie, problemi idrogeologici in alcune zone. Ad altri indicare la direzione migliore.
Però terza corsia fino a Pedaso è sicuramente da valutare, così come il miglioramento per arrivare nel vicino Abruzzo, tratto che resta di una pericolosità enorme».
Un messaggio chiaro, quello della presidente Cna, in un campo ancora pieno di ombre sul come e quando fare.
Arretramento, terza corsia: tutto da discutere, da vagliare, da studiare. Tempi e risorse? Ancora sconosciuti.
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