di Luca Capponi
«L’arretramento della A14? Uno sfregio al territorio dalle tempistiche enormi, meglio la terza corsia, anche a livello di costi. Il nostro territorio paga uno scotto dal punto di vista dell’isolamento dovuto agli anni in cui questo problema è stato troppo sottovalutato».
Sintetico, chiaro e semplice. È il pensiero di Giuliano Tosti sulla situazione relativa al tratto Piceno-Fermano dell’autostrada, le cui carenze decennali, i cantieri interminabili e le conseguenti lunghissime code sono divenute ormai difficili, e pericolose, da affrontare per tutti: lavoratori, pendolari, turisti, residenti.
Risulta dunque illuminante, tra le tante, l ‘esperienza dell’imprenditore ascolano, l’anima che sta dietro al marchio Ciam, leader a livello nazionale nel campo dei prodotti per animali e forniture veterinarie dal lontano 1967, precursore dello sviluppo del mondo Pet con oltre 140 milioni di fatturato previsti per il 2023.
«Utilizziamo quel tratto di autostrada A14 praticamente tutti i giorni, anche perché circa l’80% delle spedizioni che effettuiamo viaggiano verso nord, da Torino e Milano fino a Brescia e Bologna – spiega – la problematica è quindi quotidiana e crea logorio e scoramento nei dipendenti a causa dei tempi di percorrenza elevatissimi. Per quanto mi riguarda, però, non ne faccio una questione di tipo economico ma soprattutto di immagine, che non ne esce positivamente; spesso i clienti che arrivano qui raccontano di impiegare più tempo a percorrere il punto tra Pedaso e San Benedetto, dove la carreggiata si restringe da tre a due corsie, che il resto. La cosa non ci fa sicuramente fare una bella figura anche a livello di accoglienza».
«Da questo punto di vista – continua Tosti – il nostro territorio paga una sorta di isolamento dai circuiti di comunicazione che la situazione della A14 non fa che aggravare. Seguo molto l’evoluzione dei fatti e parlo da semplice cittadino: cosa si intende esattamente quando si parla di arretramento? Penso ad un’opera faraonica la cui realizzazione potrebbe andare avanti per almeno 15 anni, causando anche danni e dissesti all’ambiente circostante. Mi chiedo che senso avrebbe deturpare scorci da cartolina che rappresentano un biglietto da visita spettacolare per chi si trova a transitare nelle nostre zone, a cui verrebbe precluso il bello del viaggio. La vista mare che offre l’autostrada nel sud delle Marche è uno spot pubblicitario per la nostra riviera turistica. Per questo, ribadisco, penso che un progetto così impattante rappresenterebbe un vero e proprio sfregio».
«La soluzione più percorribile e rispettosa per il territorio sarebbe dunque la realizzazione della terza corsia nel tratto in oggetto, sia per le tempistiche sia per i costi ma anche per una questione di piacevolezza e armonia – conclude -. La ferrovia? Sul suo spostamento sono invece d’accordo, avrebbe molto più senso dato che ci sono alcuni passaggi troppo a ridosso dei centri abitati».
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