Le 147 imprese aderenti ai Consorzi Covopo, Cogevo e Cogemo operanti nei tratti di costa marina delle province di Ascoli, Fermo, Macerata e Pesaro dedite alla pesca delle vongole, in prossimità della scadenza dell’affidamento dell’attività di pesca ai Consorzi di Gestione, chiedono alla Regione Marche di cessare con i tentennamenti finora messi in campo al fine di decidere sulla definitiva struttura delle aree di pesca delle nostra Regione.
«La incapacità di scelta – si legge in una nota congiunta dei Consorzi – e la mancanza di coraggio, delle varie Giunte che si sono susseguite alla conduzione della Regione, hanno creato instabilità nel settore che per una corretta gestione avrebbe invece bisogno di certezze.
Un assetto, quello attuale, che dovrebbe essere confermato come indicato dalle varie sentenze del Giudice amministrativo nei vari gradi di giudizio, ed anche a seguito dei rilievi scientifici messi in essere dal Cnr su finanziamento della stessa Regione, che ha investito per il monitoraggio scientifico una ricerca di 460.000 euro.
Ora la situazione di precarietà va definita e vanno confermate le aree di gestione attualmente in essere che hanno dato equilibrio al settore anche in termini economici, indicando la regione come l’areale di pesca più produttiva in Italia per la vongola autoctona.
Questo quadro produttivo avvalla la bontà dei Piani di gestione annuali che confermano l’equilibrio tra lo sfruttamento della risorsa, la tenuta degli stock a mare e la sostenibilità economica.
Segnaliamo che anche il “Piano Nazionale vongole” accolto dalla Commissione europea ha confermato la gestione della pesca dei molluschi-bivalvi con gli attuali quattro areali.
Gli scriventi Consorzi chiedono al governatore delle Marche, Francesco Acquaroli, cosa intenda fare in merito, entro il 31 dicembre, alla luce del confronto avvenuto tempo addietro quando lo stesso Presidente si pronunciò: “se i vari gradi di giudizio pendenti presso il giudice amministrativo vi daranno ragione, io sono disposto a confermare in via definitiva lo status-quo”.
Bene oggi ogni velleità contraria è cessata. Chiediamo che il Governatore mantenga la parola data».
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