di Pier Paolo Flammini
Il figlio illustre – forse il più illustre – del Novecento sambenedettese: Andrea Pazienza, fumettista che ha fatto sognare, con il suo pennarello, milioni di appassionati non soltanto in Italia, cantore della generazione perduta dopo il ’77, proprio 50 anni fa e a San Benedetto tenne la sua prima mostra.
Si svolse nell’allora Galleria Guglielmi (attiva fino alla fine degli anni Settanta), vicino via Paolini, del pittore Mario Lupo, punto di ritrovo per giovani artisti di quegli anni: dal 4 al 13 dicembre 1973 il diciasettenne Pazienza si affacciò così ufficialmente al mondo dell’arte.
L’evento è stato ricordato nel corso in una conferenza stampa organizzata in Sala Consiliare dall’Amministrazione Comunale e il Circolo dei Sambenedettesi, ed è stato mostrato il depliant che fu poi disegnato e scritto direttamente dal giovane Pazienza per pubblicizzare quell’occasione: e si tratta dell’unica copia rimasta tra quelle diffuse all’epoca.
Altro elemento da valutare è il presepe, realizzato da Gallucci Editore, grazie ad alcuni disegni dello stesso Pazienza del 1986, su richiesta dello zio Mario Di Cretico che commerciava con il cartone e gli aveva chiesto qualche disegno per abbellire le confezioni. Il presepe, oltre che on line, è acquistabile in alcune librerie di San Benedetto.
«Dobbiamo valorizzare la nascita di Andrea Pazienza a San Benedetto – ha dichiarato Gino Troli, presidente del Circolo dei Sambenedettesi – Per ora ha una piazzetta in centro intitolata a suo nome, ma andrebbe posto il suo nome nei cartelli di ingresso alla città, oppure creato un percorso di Pazienza a San Benedetto».
Il sindaco Antonio Spazzafumo ha aggiunto: «Pazienza è stata una matita importantissima nel particolare periodo degli anni ’70 e ’80, raccontando i disagi della società locale e nazionale. Già nel nostro programma di mandato abbiamo scritto di voler realizzare un percorso dedicato alla sua memoria, e ci stiamo lavorando col Circolo dei Sambenedettesi».
Presente anche Maristella Lupo, figlia di Mario Lupo, la quale ha ricordato che «pur originari di Giulianova, nel 1966 eravamo ancora residenti ad Ancona, e mio padre volle fare una mostra a San Benedetto e, dopo l’accoglienza calorosa dei sambenedettesi, decise di trasferirsi qui nel 1977. Nel frattempo prese in affitto lo spazio della Galleria Guglielmi che divenne un punto di ritrovo per artisti, tra cui il giovane Andrea Pazienza, e che ospitò mostre molto importanti».
«Ricordo molto bene Andrea Pazienza, io, lui e mio fratello eravamo quasi coetanei, ricordo che con un pennarello in mano iniziava a disegnare partendo da un dettaglio, quasi mai anticipando il tratto con la matita: purtroppo nel tempo molte di queste opere si sono scolorite» ha concluso.
La cugina di Andrea Pazienza, Barbara Di Cretico, ha inviato un messaggio in cui ricordava suo cugino: Nei pomeriggi di Natale io e mio fratello restavamo incantati nel vederlo disegnare, partita da un dettaglio ma aveva già in testa tutto quello che avrebbe realizzato» .
Alla conferenza era presente Eugenio Cellini, architetto di Ripatransone, compagno di scuola e poi nel collegio dei gesuiti: «Andrea era particolare nel modo in cui disegnava, ricordo ancora quando aveva un foglio bianco sotto le mani, teneva il pennarello in mano e mordeva il labbro inferiore, e poi, dopo aver toccato la carta, iniziava a disegnare e andava in estasi, continuava per ore senza aver bisogno di bere o mangiare o riposare. Mi omaggiò anche con un disegno col cavaliere sul cavallo bianco, un suo marchio di fabbrica oserei dire, e sullo sfondo si intravede il profilo di Ripatransone».
Infine Giulio Troli, sceneggiatore e grande estimatore dei fumettisti, ha aggiunto: «Pazienza è un genio nella realizzazione del disegno, che realizzava con grande immediatezza. Se oggi il fumetto è riconosciuto come arte anche se di evasione e di intrattenimento, il merito è anche suo, il più grande insieme a Hugo Pratt».
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