di Andrea Ferretti
Un nostro lettore ha posto l’attenzione sulla sosta ad Ascoli. O meglio, sui divieti di sosta, ora oscurati, per la pulizia delle strade che vennero sospesi dall’Amministrazione comunale con ordinanza dirigenziale numero 595 dello scorso 10 ottobre. Un via libera che ha avuto una seconda proroga fino a gennaio, e che probabilmente verrà prolungata perché la situazione nel frattempo non è cambiata. Il nostro lettore a questo argomento, o meglio alla situazione venutasi a creare, ha dedicato una poesia.
La decisione della sospensione venne presa dopo le ripetute lamentele di residenti impossibilitati a parcheggiare a causa dei numerosi cantieri presenti in città, soprattutto nel centro storico. La goccia che fece traboccare il vaso fu la strage di multe in Corso Mazzini, il lato est che va dalla Fontana dei Cani alla chiesa del Carmine.
Tutti quei divieti servivano (e serviranno) per permettere, nei giorni indicati, il passaggio all’alba delle macchine spazzatrici. In passato, sia prima che dopo l’esplosione dei cantieri, il mancato rispetto ha prodotto centinaia, forse migliaia, di multe da parte degli agenti della Municipale che di buon mattino seguivano passo passo le macchine spazzatrici.
Il risultato, da qualche mese, è l’azzeramento delle contravvenzioni. Ma anche l’inevitabile aumento dello sporco che si accumula sotto le auto in sosta. Tratta anche di questo la poesia, in rigoroso dialetto ascolano (vedi in fondo al testo), scritta dal nostro lettore il quale pone la sua attenzione anche sui bustoni neri di plastica – quelli dell’immondizia – con cui il Comune ha coperto i cartelli di divieto. Con il passare del tempo, con pioggia e raffiche di vento molti si sono rotti o volati via. Risultato: spettacolo brutto da vedersi e, soprattutto per i non residenti (abusivi privi di permesso Ztl compresi), il dubbio se parcheggiare o meno.
Con un’altra proroga, probabilmente in arrivo, il Comune potrebbe optare per una copertura che non sia un bustone nero dell’immondizia tenuto dallo scotch, ma una copertura più degna magari con il logo del Comune.
“PRIMA LU PARCHEGGIÀ”
Tutte ce lu sa, megghie nu ccò de spuorche che nen petè sotta casa parcheggià.
L’Amministrazione de la città mié, che pure ce lu sa, na bella cosa s’è ‘nvendate.
Li cartiegghie pe’ ffà pelì li strade, che’ li buste de la mennezza l’è chepierte, cuscì mó sotta casa tuó senza multe pegghià parcheggià può’.
Se sa, megghie nu ccò de spuorche, che dèce metre a pié fà, pe’ parcheggià.
Chi ce governa però, pure megghie l’è pensata pe’ li feste de Natale, scì, perché ce lu sapié, che li buste de la mennezza che’ lu tiempe se reppiè. E’ vere, mó penne su li pale e da vedé biegghie nen è.
Tutte ce lu sa però, megghie nu ccò de brutte guardà, che lindana de casa parcheggià.
Li buste che s’è rotte, li cartiegghie schepierte è lasciate, cuscì chigghie che d’Ascule nen è e da fore arriva e n’ce lu sa, certe lòche nen parcheggia, e più puoste pe’ nú ce sta.
Sci, è vere, lu spuorche remane, ma che’ la macchena sussopra nesciuna lu vede.
Cantieri mangiano gli stalli di sosta: niente multe per la pulizia delle strade
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