di Giuseppe Di Marco
Spostare gli eventi enogastronomici dal centro durante l’estate: è questa la proposta espressa dalla minoranza in commissione commercio, svoltasi nella sera del 14 dicembre. Idea che non trova il pieno favore della maggioranza, e in sala consiliare si accende subito la polemica.
La richiesta dei consiglieri d’opposizione fa seguito alle rimostranze dei commercianti sambenedettesi dopo il “Villaggio Coldiretti”. Imprenditori che hanno esposto la questione direttamente al sindaco: nell’ultimo Consiglio, quindi, Paolo Canducci avanzava una mozione per chiudere le zone maggiormente frequentate della Riviera a manifestazioni gastronomiche fra luglio e agosto.
Tanti gli interventi, fra cui quello di Luciana Barlocci, che ha messo in evidenza gli effetti di una concorrenza non adeguatamente gestita: «Bisogna stilare un calendario ragionato per attutire l’impatto di questo fenomeno – ha detto la consigliera del misto – Sul programma di mandato c’è scritto che dobbiamo occuparci dei negozi di vicinato, anche e soprattutto a Porto d’Ascoli, creando un circuito virtuoso che contrasti la marea di negozi sfitti presenti in riviera: ce ne sono circa 81».
Il primo relatore della mozione quindi punterebbe su una modifica vera e propria del regolamento comunale sull’utilizzo dei luoghi pubblici: «Quest’anno gli appuntamenti enogastronomici sono stati tantissimi – ha dichiarato Canducci – il centro si è trasformato in un ristorante all’aperto. Il nostro regolamento dice che bisogna fare eventi di prodotti tipici, e che nel clou dell’estate alcune zone della città come piazze e parcheggi non possono essere concesse, salvo deroghe. Dobbiamo intervenire sul regolamento per escludere queste deroghe».
La convergenza fra maggioranza e minoranza, però, non riesce. «Penso che il regolamento vada bene così – ha risposto Domenico Novelli – al limite possiamo evitare di sovrapporre eventi simili». Un’accoglienza piuttosto algida, che ha suscitato l’immediata replica di Giorgio De Vecchis: «Se le cose fossero andate bene oggi non saremmo venuti qui. C’è la volontà di affrontare la questione, visto lo scempio che c’è stato? Se scompaiono le attività con sede fissa finiscono anche i mercati e i turisti non vengono più».
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