di Luca Capponi
Quello dell’Intelligenza Artificiale, e delle sue possibili applicazioni nei diversi campi della vita, è uno dei temi del momento. Se poi alla questione si aggiunge anche l’intervento niente meno che di Carlo Verdone, il momento di approfondimento assume pieghe inaspettate. E tutte interessanti.
È accaduto durante l’assemblea annuale dell’Ordine degli Ingegneri tenutasi martedì al Palazzo dei Capitani, che stavolta non ha puntato sul classico momento tecnico-formativo, ma sulla presentazione di un libro, nello specifico “L’algoritmo delle emozioni – io sono Ottavio” scritto da Livio Gambacorta.
E proprio durante l’intervento di Gambacorta arriva la sorpresa Verdone, intervenuto in video. I due sono infatti legati da una profonda amicizia nata in circostanze lavorative. «Scrivere rappresenta una libertà assoluta, è la cosa più bella che c’è perché non c’è nessuno che indica finali o possibili soluzioni – ha detto il regista/attore -. Livio ha scritto un libro avvincente su una serie di tematiche attuali, tra cui quella relativa alle possibili conseguenze che l’intelligenza artificiale può avere sulle emozioni dell’uomo».
Nella cornice della Sala della Ragione, dunque, è andato in scena un’approfondimento fresco e interessante, a cui ha preso parte anche Emanuele Frontoni, professore ordinario di informatica all’Università di Macerata e condirettore del VRAI (Vision Robotic e Artificial Intelligence Lab).
Tutti concordi nel constatare come le Marche rappresentino una assoluta eccellenza nel campo dell’AI, con numerosi esempi di applicazione che vanno dal monitoraggio ambientale alla possibilità di poter donare la voce alle persone diversamente abili, con un campo di impiego praticamente illimitato.
Il presidente Stefano Babini, ribadendo la priorità di unire la categoria senza distinzione tra ingegneri professionisti, informatici, docenti, dipendenti ed occupati nell’industria, ha espresso con Carlo Ianni, presidente della Fondazione dell’Ordine che si occupa degli aspetti della formazione obbligatoria, l’interesse e la volontà di affrontare i temi dell’intelligenza artificiale, ai fini di estenderne le applicazioni nell’ambito del suo corretto utilizzo.
«I temi correlati all’AI sono infatti molteplici, anche perché il continuo sviluppo della materia potrà portare verso orizzonti, oggi non prevedibili, che occorrerà regolamentare per impedirne applicazioni non etiche – spiega Babini -. Anche per questo gli ingegneri sono chiamati a fare massa critica nel rispetto del codice deontologico perché una risorsa per l’umanità quale l’AI, sia indirizzata esclusivamente verso finalità positive».
Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati