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Ascoli verso le elezioni: Civici e Riformisti dalla parte di Marco Fioravanti

ASCOLI - Dopo aver contribuito alla nascita del Cantiere Riformista oggi guidato da Nardini, la lista nata un anno fa dall’unione di Italia Viva, Popolari Ascoli e Prospettiva Ascoli ha scelto di schierarsi con il sindaco uscente in vista delle elezioni del prossimo giugno. Tra i principali punti programmatici illustrati da Viscione e Origlia spiccano lo sviluppo del Pinqua, il riscatto dei parcheggi dalla Saba, la riqualificazione dell’area Carbon e dei Monti Gemelli. «Abbiamo apprezzato il coraggio nell’affrontare temi fermi da anni. Vogliamo far parte di un progetto politico che possa realizzare le nostre idee, e non di contenitori ancorati alle vecchie ideologie»
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di Federico Ameli

 

Mancano poco meno di 6 mesi al 9 giugno 2024, data dell’attesissimo appuntamento elettorale con le urne delle amministrative che, nel prossimo giugno, dovranno decretare la conferma o il passaggio di consegne del sindaco Marco Fioravanti a Palazzo Arengo.

I rappresentanti di Civici e Riformisti in conferenza stampa

 

Se i cittadini hanno ancora parecchio tempo a disposizione per schiarirsi le idee in vista della tradizionale corsa all’ultima preferenza, già da diversi mesi gli addetti ai lavori dell’uno e dell’altro schieramento – quello capitanato dal dottor Emidio Nardini, leader del Cantiere Riformista – sono all’opera per definire candidature e accordi utili ad avere la meglio sulla concorrenza.

 

In questo senso, i Civici e Riformisti di Ascoli hanno sciolto le loro riserve annunciando ufficialmente la volontà di sostenere Marco Fioravanti nella volata elettorale della riconferma, prendendo una volte per tutte le distanze dall’esperimento Cantiere che pure avevano contribuito a formare ormai un anno fa.

 

Una scelta forte che va al di là dell’iniziale contrapposizione alla giunta Fioravanti e dei trascorsi politici dei principali volti della lista – tra gli altri Francesco Viscione, storico rappresentante dell’Udc che ai tempi della prima elezione di Fioravanti sosteneva Piero Celani e che ad oggi vanta uno dei seggi di minoranza in Consiglio, e Maria Stella Origlia, che nel 2019 salutava il Partito Democratico entrando a far parte di Italia Viva – ma che oggi finisce quasi per non sorprendere, date le divergenze con gli esponenti del Pd e delle altre forze di opposizione emerse già lo scorso agosto.

 

«Non siamo focalizzati sul simbolo – spiega Origlia – Siamo riformisti: a noi piace la politica e dove c’è la politica Italia Viva c’è. Vogliamo semplicemente che questa città progredisca e che sfrutti al meglio il treno rappresentato da finanziamenti per 200 milioni di euro. Per questo abbiamo ritenuto opportuno far parte di un progetto politico che queste idee le realizza, e non di contenitori ancorati alle vecchie ideologie in cui, con metodi che non ci convincono, non crediamo che le nostre idee possano essere realizzate».

Maria Stella Origlia e Francesco Viscione

 

«Rappresentiamo il mondo civico e moderato, a cui il sindaco Fioravanti ha scelto di aprire – aggiunge Viscione – Personalmente ho sempre fatto un’opposizione costruttiva, coscienziosa e priva di pregiudizi, appoggiando le buone idee sullo sviluppo di questa città. Oggi, rispetto a 5 anni fa, le condizioni politiche sono cambiate: nel 2019 la partita elettorale si giocava all’interno della stessa area. Siamo pronti a mettere sul piatto la nostra esperienza, le nostre proposte e un grande attaccamento alla città».

 

A convincere i Civici e Riformisti a sposare la causa di Fioravanti è stata l’intensa attività progettuale portata avanti negli ultimi 5 anni dall’Arengo, che nonostante le innegabili difficoltà legate allo scoppio dell’emergenza sanitaria nelle prime settimane del 2020 ha saputo formulare delle proposte di riqualificazione sociale ed economica molto vicine ai progetti che la lista guidata da Origlia e Viscione intende portare avanti negli anni a venire.

 

Come evidenziato dall’attuale consigliere comunale di Prospettiva Ascoli, un ruolo centrale nel programma della prossima Amministrazione dovrà essere svolto dalla prosecuzione del progetto Pinqua. Il doppio finanziamento complessivo da 90 milioni di euro, 75 dei quali da destinare alla riqualificazione urbana e immobiliare del centro storico e 15 dedicati alla cura dei parchi, del verde pubblico e delle frazioni, consentirà di procedere a un restyling cittadino, rigenerando il patrimonio immobiliare di Ascoli in un innovativo modello di housing sociale.

La firma dell’atto di acquisto di Palazzo Saladini Pilastri, uno degli assi centrali del Pinqua

 

«Questa progettualità costituisce un vanto per la nostra città – afferma Viscione – Abbiamo apprezzato, inoltre, il coraggio nell’affrontare temi che restavano fermi da tempo, come nel caso del lavoro svolto dall’Amministrazione nell’ambito della rinegoziazione della convenzione con la Saba. Una volta individuate le risorse necessarie, sarà necessario definire la modalità di gestione più opportuna, anche affidandosi a delle società pubblico-private.

 

La politica, inoltre, avrà il compito di definire lo sviluppo dell’area Carbon, per la quale è recentemente stato avviato il processo di bonifica. Infine, dal punto di vista turistico, sarà importante dare continuità agli interventi già portati a termine sui Monti Gemelli e investire sulla riqualificazione del pianoro di San Marco a partire da Piagge, in modo da dar vita a un’offerta turistica di rilievo che coinvolga tutto il comprensorio».

 

«Un paio di anni fa abbiamo avuto l’intuizione di metterci a disposizione della città, convenendo che ci fosse bisogno di un’alleanza programmatica, del fare più che dei simboli – ricorda Maria Stella Origlia – Abbiamo portato avanti diverse iniziative, occupandoci principalmente di sanità e parcheggi. Il riformismo è l’elemento che ci unisce, con una visione a lungo termine e aperta al territorio.

 

A questo proposito, vogliamo proporre un concetto di città-territorio proiettata al futuro, restando aperti al confronto e alla riflessione, ma soprattutto alla sintesi e alla scelta politica.

 

Il nostro è un progetto da mettere a terra nei prossimi 10 o 15 anni, basato su aspetti concreti e programmi e non certo sulle appartenenze politiche, con il quale abbiamo scelto di metterci a disposizione dei cittadini».

 

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