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La tragedia di Urbino, l’abbraccio con i genitori ha sciolto la tensione dei ragazzi di Grottammare e Cupra che erano nel pullman 

GROTTAMMARE - Ma ci vorrà tempo per dimenticare l'inferno di fuoco e fumo che hanno affrontato, in seguito allo scontro del mezzo su cui viaggiavano con un'ambulanza, nel pomeriggio del 27 dicembre. Sono rientrati quasi tutti nella stessa serata. Alcune madri hanno chiesto agli organizzatori della gita parrocchiale di potersi raccogliere in preghiera per le quattro vittime
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di Maria Nerina Galiè

 

Sono circa 40 tra bimbi, ragazzi e accompagnatori, di Grottammare e Cupra Marittima, che ieri hanno assistito all’infermo di fuoco e fumo, costato la vita a quattro persone, lungo la Statale 73/bis che collega Urbino a Fermignano, poco prima delle ore 16 di ieri, 27 dicembre.

 

Il gruppo della riviera picena, composto da studenti di elementari e medie e dai loro educatori delle parrocchie Madonna della Speranza e San Pio V di Grottammare e San Basso di Cupra Marittima, era partito la mattina presto per visitare i presepi di Urbino e Fano e stava facendo rientro.

 

Insieme con l’autista del pullman, di un’agenzia di noleggio di Monteprandone, hanno visto la morte in faccia in seguito allo scontro il galleria con un’ambulanza che ha preso fuoco. L’intero equipaggio del mezzo di soccorso – autista soccorritore, medico e infermiere – oltre che il paziente, non ce l’hanno fatta.

 

Illesi, invece, gli occupanti del pullman piceno, ma tutti sotto choc, come pure le loro famiglie che hanno appreso la notizia quasi a ridosso dell’accaduto, diventata in poco tempo virale e, all’inizio, scarna di certezze.

 

La tensione si è sciolta solo nel momento in cui i genitori, tutti radunati a Grottammare, hanno potuto riabbracciare i figli, tra le lacrime, arrivati intorno alle ore 21 di ieri, con un altro pullman che è andato a riprenderli.

 

All’appello, mancavano 6 persone, 3 ragazzi e 3 accompagnatori: sono stati trasportati negli ospedali di Pesaro e Urbino, ma solo per dei controlli. Subito dimessi, hanno fatto ritorno a casa con un ulteriore pulmino, pure appositamente messo loro a disposizione dalla ditta di noleggio, appena un’ora dopo gli altri.

 

Stanno tutti bene ma ci vorrà un po’ per offuscare il ricordo quello che hanno vissuto e visto: l’impatto, poi le fiamme divampate dall’ambulanza che era quasi sotto il pullman, ed il fumo ad invadere in brevissimo tempo la galleria.

 

Determinante è stato il sangue freddo dell’autista del pullman: ha capito che non c’era tempo da perdere perché il fuoco era vicinissimo ed ha ordinando ai ragazzi di uscire dalla parte posteriore del mezzo.

 

Nemmeno i più piccini hanno esitato ad obbedire e, guidati dagli educatori, si sono messi in fila per scendere dal pullman in maniera ordinata e composta, per poi proseguire in sicurezza fino alla piazzola di sosta, fuori dalla galleria.

 

L’autista è stato condotto in ospedale, ma sempre per dei controlli ed è stato dimesso in serata.

 

Ora è solo tempo di dimenticare. Ma prima ancora, di ricordare le vittime. 

 

Alcune mamme hanno chiesto agli organizzatori della gita parrocchiale di potersi raccogliere in preghiera, per l’ infermiera Cinzia Mariotti, per l’autista soccorritore Stefano Sabbatini, per il medico Sokol Hoxha e per Alberto Serfilippi, il paziente 85enne trasportato.


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