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«Di Matteo non lasci la Sanità picena»: motivazioni diverse ma una sola voce dalle forze politiche della Riviera

SAN BENEDETTO - A parlare sono il consigliere regionale Andrea Assent (Fratelli d'Italia) e i consiglieri comunali di centro sinistra Paolo Canducci e Aurora Bottiglieri, dopo la notizia delle dimissioni, a sorpresa, del primario di Ortopedia e Traumatologia del "Madonna del Soccorso"
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Paolo Canducci, Aurora Bottiglieri, Andrea Assenti

 

 

La notizia delle annunciate dimissioni di Remo Di Matteo, primario di Ortopedia e Traumatologia dell’ospedale “Madonna del Soccorso” di San Benedetto (leggi qui) ha lasciato di sorpresa anche la classe politica, di entrambi gli orientamenti, rivierasca e di tutto il Piceno.

 

Nemmeno Andrea Assenti, consigliere regionale di Fratelli d’Italia, suo amico, conosce le motivazioni: «Sarà mia premura capire cosa ha spinto il dottor Di Matteo ad una tale decisione. Non avevo idea delle sue intenzioni, ma ci parlerò al più presto, per capire.

E sentirò anche la direttrice generale di Ast Ascoli, Nicoletta Natalini, con la quale stiamo impostando un percorso di modifica a ciò che inopportunamente ci è stato lasciato a livello di servizi e organizzazione. 

Remo di Matteo è un’eccellenza della nostra Sanità, spero torni sui suoi passi».

 

«In tre anni di governo regionale – continua il consigliere Assenti, allargando il discorso – non si possono vedere ancora tutti gli effetti del cambio di rotta della Sanità marchigiana.

Intanto ci siamo “sbarazzati” dell’Asur per far posto alle nuove Aziende Sanitarie Territoriali e questo è un grande traguardo. Sono fiducioso che presto si vedranno i frutti del nostro impegno. Intanto, per restare in ambito locale, entro il 31 gennaio saranno appaltati i lavori per il nuovo ospedale di San Benedetto».

 

Per i consiglieri comunali di centrosinistra, Paolo Canducci e Aurora Bottiglieri, le dimissioni di Di Matteo sono invece «l’ennesimo campanello di allarme sul nostro ospedale.

Non conosciamo chiaramente i motivi di questa scelta – affermano anche Canducci e Bottiglieri – ma possiamo prevedere le conseguenze negative che avrà sull’offerta sanitaria del nostro territorio, che perde un eccellente professionista per il quale in questi anni poco è stato fatto per metterlo nelle condizioni di lavorare serenamente e nel migliore dei modi».

 

L’occasione, per i due consiglieri, è quella di ribadire criticità che – secondo il loro punto di vista – mirano a «svuotare l’ospedale della nostra città, sempre più destinato a diventare in poco tempo un grande Pronto Soccorso utile a smistare pazienti nelle altre strutture regionali, e trasformare l’ospedale di Ascoli nell’unico presidio di primo livello della provincia».

Entrando nel merito, ricordano «l’accorpamento dei reparti di Ortopedia e Chirurgia anche successivamente alla conclusione dell’emergenza Covid, la vicenda della Murg e della Risonanza Magnetica o dell’Ortogeratria del “Madonna del Soccorso”, della quale si sono perse le tracce

Queste scelte non fanno altro che colpire le fasce della popolazione più debole che, al contrario, avrebbe bisogno di una efficiente e solerte sanità pubblica. Se non si invertirà questa tendenza, nei prossimi mesi rischiamo di perdere altre figure eccellenti».

 

Tornando a Di Matteo, ancora Canducci e Bottiglieri: «Innanzitutto è urgente provare a capire con lo stesso Di Matteo se queste dimissioni sono revocabili e fare di tutto per scongiurare la sua uscita, successivamente è indispensabile convocare un nuovo consiglio comunale aperto alla presenza del presidente e dell’assessore regionale, oltre alla direttrice di Ast Ascoli, per rendere noti a tutti gli investimenti e i progetti a breve termine per la nostra sanità e per la soluzione dei suoi problemi». 

m.n.g.

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