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Terzo braccio del porto, il documento dell’Autorità Portuale al vaglio del Ministero delle Infrastrutture

SAN BENEDETTO - Nel programma sono confluite le osservazioni dell'Amministrazione comunale: esso prevede opere di difesa alla darsena nord, l'ampliamento delle aree retroportuali e l'istituzione di Centro Pilota per la biologia marina
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Il porto di San Benedetto

 

di Giuseppe Di Marco

 

Rotta verso il terzo braccio del porto. L’Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Centrale (Adsp) di Ancona ha licenziato il Documento di Programmazione Strategica che delinea le attività che l’ente intende portare avanti nei prossimi anni. Per quanto riguarda il porto di San Benedetto, il documento, attualmente al vaglio del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti ha, tra le altre cose, recepito le osservazioni che l’amministrazione comunale aveva presentato in sede di conferenza dei servizi.

 

Sette gli obiettivi che l’Adsp intende raggiungere. Innanzitutto, il miglioramento dell’accessibilità marittima e della sicurezza della navigazione, da concretizzarsi con il prolungamento del molo di sopraflutto e di un nuovo molo di sottoflutto e di fondali dell’imboccatura del porto superiori a quelli attuali. C’è poi l’approfondimento e il ripristino dei fondali e gestione dei sedimenti dragati: in tal senso l’AdSP ha stanziato 22 milioni per una nuova vasca di colmata, l’intervento di dragaggio tuttora in corso, le analisi e le prestazioni necessarie alla realizzazione di un sito di conferimento a largo di materiali di dragaggio tra San Benedetto e Porto San Giorgio.

 

E ancora, il potenziamento e la riorganizzazione dell’infrastruttura portuale, con la realizzazione delle nuove opere di difesa che configurano la nuova darsena nord. Iniziativa, questa, che consentirà di potenziare le infrastrutture dedicate allo sviluppo delle attività della pesca sostenibile, della cantieristica navale e della nautica diportistica. L’Autorità intende inoltre sostenere la cantieristica navale e nautica, prevedendo di destinare a queste attività fronti di ormeggio e aree a terra nell’ambito della darsena nord, parte della banchina di riva e dello specchio d’acqua antistante la Capitaneria di Porto da mettere in sicurezza nei confronti del moto ondoso residuo.

 

Nel documento è inclusa anche la valorizzazione e lo sviluppo delle attività di nautica diportistica. Come? Adibendo parte dei fronti di banchina della nuova darsena all’ormeggio di grandi imbarcazioni e navi da diporto e ai relativi servizi a terra e recuperando a tale destinazione fronti di banchina oggi non pienamente fruibili a causa della non sufficiente protezione dal moto ondoso residuo che penetra in porto. Si parla, quindi, dell’ampliamento delle “aree retroportuali” rispetto a quelle “portuali” con la possibilità di insediare attività e servizi innovativi con destinazioni d’uso tipiche dei waterfront urbani quali attività di servizi a carattere culturale, sociale, commerciale, turistico e sportivo tenendo comunque conto e tutelando la forte interrelazione, anche in termini storico-culturali, con il limitrofo contesto urbano al fine di favorire e valorizzare, soprattutto dal punto di vista socio-economico, le possibili correlazioni porto-città.

 

In generale, si intende mantenere la vocazione peschereccia e lo sviluppo della pesca sostenibile, istituendo un Centro Pilota e Polo permanente nel campo della biologia marina e della pesca sostenibile dedicato alla formazione professionale per pescatori e operatori istituzionali, alla realizzazione e sperimentazione di nuovi modelli di pesca con pescherecci e attrezzature di nuova generazione, all’individuazione e applicazione di nuove e più efficaci norme di regolamentazione, allo sviluppo di filiere. Il tutto, mantenendo alta l’attenzione sulla sostenibilità ambientale, trasversale a tutti i precedenti obiettivi.

 

«Per il nostro Comune questi punti rappresentano elementi di enorme valore – dice in proposito l’assessore con delega al piano del porto Bruno Gabriellise si pensa che saranno le linee guida che ispireranno l’Autorità nella redazione del nuovo piano regolatore del porto di San Benedetto. Desidero ringraziare l’Autorità e il suo presidente Vincenzo Garofalo per l’attenzione che ci ha sempre dedicato e che qui si è tradotta nel riconoscimento delle nostre istanze. Queste sono le premesse migliori per programmare il porto del futuro, progettare l’insediamento e lo sviluppo di attività in linea con il mondo che cambia, perfettamente integrato nel tessuto urbano».

 

«Tra le linee di sviluppo che l’Autorità indica – aggiunge il sindaco Antonio Spazzafumomi preme sottolineare la previsione del Centro di ricerche per lo sviluppo di nuovi modelli di pesca sostenibile, un obiettivo a cui puntiamo sin dal nostro insediamento e che darebbe una svolta epocale al nostro porto e alla città tutta. Questo è un primo passo, ma fondamentale per programmare i passaggi successivi».


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