di Pier Paolo Flammini
Sinistra Italiana interviene nel progetto “San Park” promosso da Sideralba Green, società del gruppo Sideralba che fa capo all’imprenditore Luigi Rapullino, acquirente dell’Area Brancadoro all’asta fallimentare, all’inizio del 2023. Lo scorso 6 dicembre Sideralba Green ha presentato il proprio progetto al Comune di San Benedetto, assieme a una lettera in cui chiedeva delle modifiche burocratiche alle Note Tecniche di Attuazione del Piano Regolatore: ne abbiamo parlato qui.
«L’articolo 49 delle NTA – inizia la dettagliata nota – attualmente prevede che per qualsiasi progetto da realizzare nell’Area Brancadoro (conforme al Piano Regolatore) occorre un preventivo piano particolareggiato di iniziativa pubblica o privata. Quindi basterebbe cancellare nell’articolo 49 (precisamente il comma 9, ndr) tutti i riferimenti alla necessità del piano particolareggiato in modo da consentire nell’area Brancadoro l’intervento edilizio diretto, senza cioè la necessità di strumenti attuativi ulteriori come appunto il piano particolareggiato».
Per Sinistra Italiana, tuttavia, c’è un “però”. Anzi, più di uno. Si parte da chi sarebbe deputato a modificare le Note Tecniche di Attuazione del Piano: anziché la maggioranza consiliare, dove Spazzafumo conta appena un consigliere di vantaggio sulla minoranza, «i legali di Rapullino dicono che basta una semplice delibera della Giunta Comunale, come previsto dalla vecchia legge edilizia regionale del 1992, che, seppure in fin di vita perché sostituita dalla nuova appena venuta alla luce a fine novembre 2023, continua ancora a sopravvivere fino a che la nuova legge non entri a pieno regime. Solo che se si facesse quanto consigliato da Rapullino, si presume del tutto disinteressatamente per il solo bene della città, si verificherebbero alcune conseguenze un po’ particolari».
«La prima che non occorrerebbe più una pianificazione dell’intero comparto dell’Area Brancadoro e quindi Rapullino potrebbe realizzare i suoi progetti autonomamente, senza coinvolgere i proprietari delle altre porzioni dell’area – continua Si – La seconda, ancor più grave, che salterebbe del tutto la previsione dell’articolo 49 NTA per cui un terzo della superficie territoriale deve essere destinata “a spazi omogenei di verde attrezzato”. In sostanza la quantificazione della porzione di area da riservare in maniera omogenea solo a verde sarebbe rimessa alla discrezionalità del proprietario, che potrebbe fare come gli pare e piace (senza considerare poi la non necessità della VAS, come ipotizzato sempre dal legale di Rapullino)».
E infine l’affondo per la parte politica: «A tutto questo va aggiunto il vero e proprio esproprio forzato delle funzioni e prerogative del Consiglio Comunale, in materia di pianificazione urbanistica, in favore della Giunta. Ci pare che ci sarebbe abbastanza per respingere nettamente i consigli “disinteressati” di imprenditori con interessi ben precisi, ma purtroppo l’inadeguatezza, l’incapacità, la soggezione agli interessi forti che ha ormai inequivocabilmente dimostrato l’Amministrazione Spazzafumo non ci fa dormire sonni tranquilli, per il futuro, non solo dell’Area Brancadoro, ma di tutta la nostra cara città».
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