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Pronto Soccorso in sovraffollamento, il piano dell’Ast 5 per ridurre gli accessi dei codici minori

SAN BENEDETTO - Il miglioramento del dipartimento di emergenza e urgenza, per la dg Nicoletta Natalini, passa attraverso il riordino dei percorsi e nuove azioni di reclutamento
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Il primario di Geriatria Pietro Infriccioli e la dg dell’Ast 5 Nicoletta Natalini

 

di Giuseppe Di Marco

 

Quali sono i mali del Pronto Soccorso di San Benedetto? Per il direttore Ast 5 Nicoletta Natalini, la carenza di personale medico e soprattutto il sovraffollamento del reparto da parte di codici minori. Problemi che, secondo la dg, accomunano i Ps di tutto il Paese. Ma allora, come risolverli?

 

La direzione dell’Ast 5 ha individuato una serie di iniziative con cui sarà possibile arginare il combinato dei due fenomeni che attanagliano la sanità rivierasca. «Intanto possiamo provare a reclutare medici – dichiara la Natalini – giovedì prossimo sarà effettuato il sorteggio delle 11 domande relative all’ultimo concorso». L’avviso, bandito a fine settembre, mira ad assumere 10 medici di Pronto Soccorso. Occorre ricordare che dal 2018 sono state espletate 14 procedure di assunzione, con le quali l’organico rivierasco è stato rimpinguato di 19 medici. Ma non va dimenticato che anche le cessazioni sono state tante: ad oggi, il Ps di San Benedetto naviga con 8 medici più il primario. «Di conseguenza – prosegue Natalini – si è reso necessario il ricorso alle cooperative è stato necessario. E, nel solo 2023, sono stati spesi 661.000 euro. Purtroppo non siamo attrattivi, e sul fronte del reclutamento non possiamo fare molto altro».

 

Se esiste un’alternativa, sostiene la dg, risiede nella gestione dei percorsi «per ridurre l’accesso al Pronto Soccorso – continua – dei pazienti con patologie non gravi». Il vantaggio è evidente: i medici del Ps, in questo modo, potrebbero concentrarsi sulla cura degli acuti. Un semplice confronto tra i reparti di San Benedetto e Ascoli fa capire la dimensione del problema: solo nel 2023, il “Madonna del Soccorso” ha registrato 4.400 ingressi in più rispetto al “Mazzoni”, con un picco di 948 in più a luglio e 1.106 ad agosto.

 

Per ridurre l’accesso dei codici non gravi, pertanto, sono state individuate cinque azioni: «In primis l’attivazione dell’infermiere Adi – ha affermato la dg – che si reca direttamente al domicilio del paziente dimesso: il servizio sarà disponibile anche sabato e domenica». La direzione conta anche sull’avvio del “fast trackgeriatrico e pediatrico, con il quale i pazienti over 75 e under 14 non dovranno più aspettare in sala d’attesa, ma direttamente in Geriatria o Pediatria.

 

Da febbraio, inoltre, entrerà in servizio un consulente urologo, presente solo al “Mazzoni”: finora, infatti, i pazienti dovevano essere trasportati ad Ascoli e questo implicava un dispendio di risorse umane e strumentali non indifferente. Non finisce qui. Attraverso il servizio “see & treat“, alcuni tipi di pazienti potranno essere presi in carico e trattati direttamente dal comparto infermieristico. Le situazioni andranno individuate in base a specifici protocolli.

 

Il sovraffollamento del reparto dipende anche da un altro problema, ovvero il boarding, che si verifica quando un paziente per il quale è stato disposto il ricovero sosta in Pronto Soccorso in attesa di un posto letto: per ridurre il borading saranno previste dimissioni tutti i giorni della settimana, l’eliminazione della giornata di ricovero pre-intervento, la raccolta del bisogno sociale per accelerare le dimissioni difficili, l’attivazione della committenza con le cliniche private convenzionate (d’ora in poi non si dovrà attendere la disponibilità della struttura, ma sarà l’ospedale a dire quanti posti letto di Pronto Soccorso saranno necessari) e, infine, la collaborazione con la Pneumologia di Ascoli.



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