di Pier Paolo Flammini
Si chiama “Indipendenza” ed è un nuovo partito che nella sua sezione marchigiana è stato presentato nella Sala Consiliare di San Benedetto nella mattina del 25 gennaio. Alla presentazione erano presenti l’ex assessore della giunta Piunti Gianluigi Pepa, Paolo Piattoni, ex candidato in una lista a favore dell’attuale sindaco Antonio Spazzafumo, l’ex consigliere comunale a favore di Piunti Carmine Chiodi. Il coordinatore del movimento nelle Marche è Massimo Mattoni.
“Indipendenza” sta valutando se partecipare alle elezioni Europee perché c’è uno sbarramento alto e i tempi sono stretti, anche se si raccoglieranno le firme, ma l’intenzione è di essere presenti alle comunali e alle regionali.
Massimo Mattoni, coordinatore del movimento nelle Marche, esordisce: «Oggi c’è uno scollamento tra l’opinione pubblica e per il bisogno di rappresentanza e per parlare di temi oggi tabù, ovvero un mondo dove impera soltanto l’idea neoliberale. Oggi abbiamo in piazza gli agricoltori mentre la decrescita felice in questi anni ha bloccato i salari
«Noi cerchiamo di saldare la classe popolare e la classe media che sono quelle che soffrono di più – continua – C’è una sperequazione della distribuzione della ricchezza. Siamo una delle poche voci fuori dal coro, ma in Europa in questi giorni sono preoccupati dalla crescita delle classi popolari. L’idea dell’Europa della finanza ci ha rovinato e non ci piace».
«I comitati Indipendenza nascono dai comitati contrari alla guerra in Ucraina – aggiunge – non si è capito perché l’Italia ha parteggiato per questo conflitto quando il 70% degli italiani non lo volevano. Abbiamo chiara l’idea che questa Europa non funziona, è un limite allo sviluppo del Paese. Stiamo organizzando il partito, abbiamo molte adesioni spontanee, molti delusi da questo governo o da storie diverse, dalla sinistra, da Italexit. Questo è il partito degli italiani e popolare. Né destra né sinistra, solo partito degli italiani, rompere gli schemi che hanno ingabbiato gli italiani».
«Siamo contrari ai patriarcati finanziari che dirigono l’Europa e condizionano le politiche degli stati membri. Siamo stati sempre contro la guerra – afferma Paolo Piattoni, componente della direzione nazionale – Ci siamo costituiti ufficialmente a dicembre con il congresso nazionali, abbiamo coordinamenti regionali e stiamo aprendo sedi in tutte le principali città italiane. Il nostro obiettivo è aprire una terza via, non siamo pregiudizialmente né a destra né a sinistra del Parlamento italiano, parliamo con chi è interessato ai nostri temi. Abbiamo rapporti di Italia Sovrana e Popolare di Marco Rizzo, interloquito con Nord Chiama Sud di De Luca. Oggi la nostra agricoltura è messa in ginocchio dall’imposizione della farina per gli insetti al blocco della vendita di alcuni agrumi, siamo vicini agli agricoltori che protestano. Il reddito di cittadinanza è stata una legge sociale giusta ma ideata in modo sbagliato che ha creato molti danni alle casse dello Stato e anche ai cittadini, e lo stesso per il bonus 110%, una legge giusta poi concepita in modo sbagliato».
Giovanni Ancona, responsabile del partito nel Nord delle Marche, afferma: «Siamo vicini ad altri movimenti come quello di Alessandro Di Battista sul fronte vaccinale, e la raccolta di firme per fermare la guerra in Palestina, siamo al fianco del popolo palestinese senza prendere per questo posizioni anti-israeliane». Peppe Traini è invece il coordinatore sud delle Marche.
Il punto di vista di Gianluigi Pepa: «C’è stato ad Orvieto un Forum delle Idee, ci siamo resi conto che il globalismo forzato ha fatto perdere le idee dal punto di vista culturale ma anche nell’artigianato italiano a causa della concorrenza della grande industria».
Il tema Bolkestein viene raccolto da Carmine Chiodi: «Con l’Europa non ci rapportiamo più in maniera adeguata, la nostra economia sta subendo notevoli danni. Sappiamo qual è il problema, il presidente della Repubblica nel suo discorso di fine anno poteva fare a meno di parlare di Bolkestein, tutte le altre nazioni europee sia per turismo balneare che per commercio su aree pubbliche non hanno fatto nulla e sono usciti dalla direttiva sin dagli albori, mentre noi andiamo incontro alla distruzione. Non riusciamo neanche a comprendere quello che ci attende, da decenni ambulanti e balneari si sono autodeterminate e investito».
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