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Ricostruzione, tra Piceno e Fermano sono quasi 2.000 le famiglie che ancora devono tornare a casa

SISMA - Tutti i numeri dei nuclei percettori del contributo di autonoma sistemazione, divisi per comune, nelle due province marchigiane e relativi a dicembre 2023. In due anni, nelle due province solo 600 nuclei sono rientrati. Nei comuni del cratere di certo gli ecoincentivi hanno messo i bastoni tra le ruote
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di Maria Nerina Galiè

 

La ricostruzione post sisma ha subito un’accelerata negli ultimi tempi ma c’è ancora molto da fare nel Piceno, soprattutto, ma anche nel Fermano.

Dappertutto sono spuntati cantieri come funghi, fino ad ostacolare il passaggio di auto e persone.

Città e paesi avranno un volto nuovo e, si spera, alla prossima scossa non accadrà nulla di brutto.

Ma le impalcature per la maggior parte sono quelle degli incentivi per la riqualificazione energetica: misura che ha voluto dare un incentivo all’edilizia ma ha senza dubbio rallentato i cantieri della ricostruzione: altri prezzi  e spesso maggiore “comodità” per la posa dei cantieri.

Sarebbe stato più giusto, nei comuni del cratere, dare la precedenza a chi doveva rientrare a casa piuttosto che “metterli in concorrenza” con chi, invece, ha messo il cappotto ad un palazzo “sano”, cambiare gli infissi semi nuovi o la caldaia appena istallata.

 

I dati parlano chiaro: a dicembre 2021 nella provincia di Ascoli percepivano il contributo di autonoma sistemazione 1.775  famiglie (pari 3.917 persone), a distanza di due anni poco più di 450 sono rientrate a casa (ora sono 1.317, 2.812 persone). E sono ancora 232 nuclei (443 persone) a vivere nelle Sae.

Nella provincia di Fermo si è passati invece, sempre in due anni, da  569 nuclei in Cas (1.220 persone) a 400 (818 persone). Due persone in Sae.

 

NEL PICENO – Da dicembre 2021 a dicembre 2023, nel comune di Ascoli da 752 nuclei familiari in Cas (le persone in totale erano 1.653) si parla ancora di 580 famiglie per un totale di 1.283 persone.

Pesantemente toccate Arquata, dove oltre ai cittadini nelle Sae, ci sono ad oggi 89 famiglie (177 persone) appoggiate altrove (erano 109 con 219 i componenti) e Acquasanta da 184 nuclei familiari in Cas (378 componenti) a 138 (257 persone).

A Castel di Lama, comune della Vallata ma pure con diverse case danneggiate, da 105 famiglie (265 persone) ora sono 57 (132 persone) percepire il contributo di autonoma sistemazione.

Abbiamo poi Force con 57 nuclei ancora in assistenza, 35 a Montemonaco, 33 a Montegallo, 34 a Roccafluvione, 37 a Venarotta.

 

NEL FERMANO – Passando al Fermano, spiccano Amandola, passata da 125 nuclei (266 persone) a 86 (170 persone), Fermo capoluogo da 72 (132 componenti) a 44 (77 persone), Montefortino da 68 (155 componenti) a 52 (103 componenti), e Montegiorgio da 38 nuclei (85 componenti) a 26 (64 persone).

Sono pure 26 a Falerone e 20 a Santa Vittoria le famiglie che non sono ancora tornate nella loro abitazione.

 

DATI CAS AL 31 DICEMBRE 2023 PER PICENO E FERMANO (CLIKKA QUI PER LA TABELLA COMPLETA)

 

IL RISCHIO SPOPOLAMENTO – Numeri significativi in quanto, nella maggior parte dei casi, si tratta di territori con pochi residenti,  destinati ad essere sempre meno, man mano che passa il tempo.

Chi dopo il sisma è stato costretto a lasciare la casa, nel borgo devastato dove si respirava solo aria di desolazione e di paura, ha trovato collocazione in centri più grandi.

Molti terremotati sono andati sulla costa, iniziando “l’avventura” magari con figli piccoli, ed ora adolescenti, e che sarà difficile riportare “a casa”, quando casa è diventata quella in cui sono cresciti, nel luogo dove si sono ormai integrati, come scuola, amicizie e attività.

 

LE NUOVE REGOLE SU CAS E SAE – Dal primo aprile non prenderanno più il contributo di autonoma sistemazione coloro che alla data degli eventi sismici “dimoravano in modo abituale e continuativo in un’unità immobiliare condotta in locazione o in comodato gratuito”.

Lo dice l’Ordinanza del Commissario Straordinario numero 165 dello scorso dicembre che definisce nuovi criteri per gli assegnatari delle Sae che pure erano in affitto quando sono stati colpiti dal terremoto: dal primo aprile dovranno corrispondere un canone di locazione “pari a quello previsto per l’edilizia residenziale pubblica, ridotto del 30% (diminuzione che si applica fino al 1° gennaio 2025)”.

 

Questa modifica riguarda, nelle Marche (si legge sul sito della Regione) 2.463 nuclei familiari, che appunto erano locatari ad agosto o ottobre 2016, del totale regionale che è pari adesso a 12.319 famiglie che ancora ricevono Cas, sono in Sae o ricevono altre forme di assistenza.

Dei locatari, 1.567 percepiscono il  Cas, 748 abitano in una Sae e altri 148 beneficiano di altre forme di assistenza.

 



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