di Giuseppe Di Marco
Il servizio di salvataggio in mare è stato il tema al centro dell’incontro svoltosi in Capitaneria di Porto alla presenza delle associazioni di categoria e delle Amministrazioni comunali rivierasche. Ai balneari è stato richiesto di esporre le proprie proposte in riferimento alla stagione che sta per partire. La categoria chiederebbe che il servizio venga adeguatamente esteso anche alle spiagge libere di competenza comunale.
All’incontro hanno partecipato, fra gli altri, la comandante Alessandra Di Maglio, Sandro Assenti e Antonia Fanesi per Confesercenti, Maria Angellotti e Enrica Ciabattoni per Confcommercio nonché referenti tecnici e politici dei Comuni di San Benedetto, Grottammare e Cupra Marittima.
Il rendez vous si è reso necessario per evitare situazioni come quelle andate in scena durante l’estate scorsa quando, a seguito del prolungamento della stagione, alcuni chalet vennero multati per l’assenza dei bagnini. Ne nacque un’accesa diatriba sugli obblighi dei concessionari di spiaggia e sulla necessità di assicurare il servizio in tutto l’arco della stagione. A non giovarne, senza dubbio, fu la stagione stessa, funestata da una nuova polemica e nuove frizioni fra gli imprenditori di spiaggia e le istituzioni locali.
Le parti si sono mosse nella consapevolezza che la nuova stagione partirà fra un paio di mesi, quindi è necessario muoversi in tempo. I concessionari sono stati invitati ad elaborare delle proposte per l’organizzazione del servizio. In particolare, sarà avanzata un’ipotesi in merito agli orari e alla distanza che deve intercorrere fra una torretta e l’altra. Il tutto poi confluirà in un altro tavolo, questa volta regionale, che detterà le norme da rispettare.
Nei prossimi giorni, pertanto, andrà in scena un nuovo incontro per l’illustrazione delle proposte. Il servizio di salvataggio, a determinate condizioni di sicurezza, potrebbe non essere obbligatorio. Ad esempio, quando sul litorale si pratica solo l’elioterapia: in quel caso sdraio e ombrelloni sono presenti in spiaggia, ma si potrebbe ipotizzare di interrompere il servizio di salvataggio a patto che ciò venga opportunamente reso noto con appositi cartelloni. C’è poi la questione delle spiagge libere: a tal proposito, potrebbe emergere la richiesta di assicurare il salvataggio anche nei tratti di arenile che non ricadono in alcuna concessione. Chiaramente, in quel caso, sarebbe il comune competente a doversi fare carico del servizio.
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