di Luca Capponi
La fatica del vivere. Le piccole grandi nevrosi del quotidiano. Un amore finito, spezzato. La solitudine, in un mondo dove tutto è illusoriamente connesso, che con le sue spire di modernità può soffocare. E un ballo liberatorio sulle note di Vinicio Capossela e della Banda Osiris, attraverso cui riappropriarsi di sè stessi. Con il Teatro Ventidio Basso (sold out) ad applaudire, dopo una due giorni intensa, che ha visto il debutto di “Una giornata qualunque”, spettacolo diretto da Stefano Artissunch su testo di Dario Fo e Franca Rame, nelle giornate di sabato 3 e domenica 4 febbraio.
Uno spettacolo nato e cresciuto tre le cento torri, che dopo la doppia data in loco è già pronto a girare l’Italia. Con merito, perché quanto proposto dal regista-attore sardo (ma ascolano d’adozione) risulta ben degno di considerazione, offrendo molteplici spunti di riflessione.
In primis per la perfomance offerta da Gaia De Laurentiis, protagonista e mattatrice nei panni di una donna logorata dalla vita, preda di disillusioni, ansie e pronta a farla finita in una giornata come tante, una giornata qualunque, appunto. In scena dall’inizio alla fine, l’attrice fornisce una performance eclettica, in un caleidoscopio emotivo che va dalla risata alla commozione, con il vuoto di una quotidianità che morde l’anima al centro dei pensieri.
Con lei, sul palco, la rivelazione Lorenzo Artissunch, 19 anni, al debutto assoluto, figlio d’arte di papà Stefano che stavolta non si limita a dirigere e recitare ma fa di più, strappando risate (anche) con i suoi tre personaggi femminili.
Dopo il lancio ascolano, “Una giornata qualunque” sarà dunque in tour lungo la penisola tra Toscana, Emilia Romagna, Lombardia, Marche fino, per ora, ad aprile. Merito di Synergie Arte Teatro, che produce nelle vesti di Danila Celani, e soddisfazione da parte di Comune e Amat, che lo hanno inserito nella stagione di prosa.
Le foto di scena di Ignacio Maria Coccia
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