L’incremento di oltre un milione di euro per la spesa relativa al personale, stabilito dalla Regione Marche, non ha placato gli animi dei sindacalisti di Ast Ascoli che anzi – in una rinnovata unità di intenti e motivazioni – annunciano lo sciopero.
Severo il commento della Rsu che si è riunita ieri, 21 febbraio, insieme con la delegazione sindacale e la direzione dell’Azienda sanitaria picena.
«Esprimiamo il più forte disappunto per l’andamento delle relazioni sindacali in Ast Ascoli – si legge nella nota firmata da Paolo Grassi (Rsu), Viola Rossi (Cgil), Giorgio Cipollini (Cisl), Roberto Tassi (Nursing Up), Fausto Menzietti (Fials) e Benito Rossi(Ugl) – a distanza di anni, restano irrisolti i già noti gravissimi problemi che affliggono il personale dipendente.
Allo stato attuale nonostante tutte le iniziative, anche propositive, di parte sindacale, registriamo lo stallo totale sulla soluzione delle problematiche sia di carattere economico che organizzativo.
L’emarginazione di questo territorio da parte della Regione Marche, con il conseguente inadeguato stanziamento delle risorse finanziarie che impedisce addirittura il mantenimento dell’attuale già precaria dotazione organica nonché il pagamento di tutti gli emolumenti contemplati dalla vigente normativa, aggrava di giorno in giorno la bontà degli assetti organizzativi e di conseguenza dei servizi sanitari erogati alla cittadinanza con gravi ripercussioni sul personale dipendente, privato dei fondamentali diritti sanciti dallo stesso Contratto Collettivo Nazionale del Lavoro.
Per quanto sopra riportato, non essendo più disponibili a tollerare oltre l’attuale situazione, programmeremo le conseguenti iniziative sindacali fino alla proclamazione dello sciopero».
Sono dello stesso avviso anche Maurizio Pelosi (Nursind) e Mauro Giuliani (Usb): «Dopo che la Regione Marche ha stanziato 1,1 milioni di euro in più rispetto al tetto di spesa, l’Ast manda a casa 41 lavoratori con la pubblicazione del Piano del Fabbisogno del personale.
Già la carenza di personale costringe i lavoratori ad affrontare rischi clinici elevati e carichi di lavoro insostenibili. Testimonianza di ciò sono le migliaia di ore di straordinario accumulate e non pagate, 480.000, e le migliaia di ferie residue.
Reparti con complessità assistenziale elevata si trovano ad avere un solo infermiere, o addirittura reparti privi di oss durante la notte o solo un’unità per assistere 27 pazienti.
Nonostante ciò, la dirigenza Ast sembra ignorare le richieste di assunzioni stabili di nuove unità.
Inoltre, i lavoratori precari vengono sfruttati e spostati come pedine, mentre quelli a tempo indeterminato sono costretti a dimettersi, viste le condizioni di lavoro, per cercare opportunità all’estero.
Come Nursind e Usb – concludono Pelosi e Giuliani – non rimarremo fermi di fronte a questa sordità e indifferenza, e proseguiremo senza esitazioni con la programmazione dello sciopero aziendale, oramai non più rinviabile».
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