di Giuseppe Di Marco
Inquinamento atmosferico, i numeri in Riviera non sono buoni. Nei primi due mesi del 2024 il numero di sforamenti relativo alle polveri sottili è già superiore a tutto l’anno passato. Nello specifico, la concentrazione media giornaliera di Pm10 ha superato già sette volte il valore soglia fissato dalla legge nazionale: in tutto l’arco del 2023, il valore venne superato solo sei volte.
Il termine Pm10 sta ad indicare il particolato atmosferico, cioè una miscela di particelle solide e liquide che, a causa della loro forma, densità e dimensione, può rimanere sospesa in aria per un periodo di tempo non trascurabile. Il decreto 155 del 2010 prescrive, per questo tipo di inquinante, l’obbligo di monitoraggio, che a San Benedetto è assicurato dalla centralina di Via Asiago. Per molti, a questo dispositivo se ne dovrebbe aggiungere almeno un altro che misuri i valori di Porto d’Ascoli.
Lo stesso decreto, inoltre, definisce i valori limite, i livelli critici e le soglie d’allarme relative all’inquinante. Per il Pm10, in particolare, la concentrazione media giornaliera di 50 µg per metro cubo può essere superata fino a 35 volte l’anno. Niente allarmismi, quindi: la Riviera è ancora distante dai limiti previsti dalla norma nazionale. Il dato sulle polveri sottili, tuttavia, non deve essere sottovalutato, anche perché se la media attuale dovesse divenire costante per tutto l’anno, i 35 sforamenti ammessi verrebbero superati.
Le istituzioni, in primis il Comune, devono adottare misure per ridurre il triste fenomeno. La redazione di un Piano urbano per la mobilità sostenibile, in tal senso, dovrebbe servire a ridurre l’impatto di veicoli motorizzati sull’ecosistema locale.
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