di Andrea Ferretti
Chi pensava che Cronache Picene avrebbe mollato l’osso sulla rotatoria del Battente, ad Ascoli, ha commesso un errore. Continueremo a battere su questo argomento finchè non verrà ripristinato un fondo stradale degno di questo nome.
E’ una situazione su cui continua a meravigliare come non abbiano ancora sollevato il problema le numerose attività commerciali che si trovano a poche decine di metri dalla rotatoria-trappola, alle quali sicuramente poco importa se il potenziale cliente arriva nel proprio parcheggio ferito (esempio uno scooterista) o con l’auto danneggiata. L’importante, sempre e comunque, è che arrivi e che esca dopo aver lasciato anche un solo euro.
Comune? Provincia? Anas? Consind? Non lo sappiamo e non vogliamo saperlo. Chi deve intervenire lo sa. Ma non lo fa. E se lo fa, come accaduto di recente dopo la nostra ennesima segnalazione, lo fa male. Qualche toppa messa qua e là che dura al massimo dieci giorni, ma solo perché stiamo vivendo stagioni aride in cui non piove o nevica mai.
Le segnalazioni di cittadini e utenti della strada, costretti a percorrere questa rotatoria-trappola, sono numerose visto che si trova su uno dei principali assi viari di entrata-uscita del versante est di Ascoli.
Un testimone racconta: «Ho soccorso un ragazzo caduto con lo scooter, andava piano e per fortuna ha riportato solo qualche lieve escoriazione, è risalito in sella ed ha proseguito».
Il nostro segnalatore ha ragione perchè l’asfalto intorno alla rotatoria-trappola è un susseguirsi di buche e pericolosi avvallamenti, anche di otto centimetri.
I rattoppi restano rattoppi. E’ invece certo che questa rotatoria è stata ed è una fortuna per carrozzieri e gommisti ai quali sono costretti a rivolgersi i proprietari di veicoli con ruote e carrozzeria danneggiate.
«La situazione è allucinante. Non capisco come si fa a lasciare in quelle condizioni una rotatoria fondamentale per la circolazione – aggiunge il testimone dell’incidente – ma a questo punto credo non lo capisca nemmeno chi deve provvedere a sistemarla».
Si è rivolto anche ad uno degli enti che abbiamo citato. Al telefono si è sentito rispondere con le classiche parole del classico “scaricabarile”.
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