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Ancora ricorsi per indennità non riconosciute dal 2018, ma stavolta l’Ast sembra aver “imparato la lezione” 

ASCOLI - La neonata azienda nel 2023 ha sborsato, per festivi pagati a metà o per festivi infrasettimanali non pagati, 135.000 euro solo di spese legali, oltre a quanto di spettanza ad oltre 250 lavoratori. Ora il cambio di rotta
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di Maria Nerina Galiè

 

Le indennità per festivi pagati a metà o per festivi infrasettimanali non pagati ai dipendenti, dal 2018 al 2022, sono state tra le prime spese che la neonata Ast picena ha dovuto affrontare lo scorso anno.

Si potrebbe dire che ora ha “imparato la lezione”.

Intanto, da ieri 1 aprile, lunedì festivo, è stato ripristinato negli ospedali di Ascoli e di San Benedetto, quello che in gergo si chiama “tasto 23”, cioè un pulsante che l’infermiere pigia prima di timbrare l’ingresso, per indicare la sua volontà di usufruire dell’indennizzo per il pagamento dello straordinario festivo, invece che del recupero. Funzione che era stata disattivata, dando quindi origine al problema.

L’Ast ora sta cercando anche di salvare il salvabile per il pregresso.

Sono stati oltre 250 i lavoratori che si erano rivolti al Giudice del Lavoro di Ascoli per ottenere le indennità non corrisposte, attraverso azioni legali promosse dal sindacato Nursind.

Somme da capogiro quelle sborsate a suon di sentenze e che sono andate più per le spese legali che a titolo di sorte: da aprile a ottobre 2023 si parla di oltre 250 procedimenti legali, per un costo che si è aggirato sui 135.000 euro solo di spese legali, da sommare ovviamente a circa 85.000 arrivati nelle tasche del personale.

Debiti della vecchia gestione Asur, ma che in ragione dei nuovi accordi ricadono sull’Azienda Sanitaria, che quindi non si è potuta esimere.

Si potrebbe dire, ora, che è un punto di vista. Ed è questa la seconda misura adottata all’inizio del 2024 al fine di contrastare l’ondata di ben 205 procedimenti (in questo caso per mancati riconoscimento delle indennità per i festivi), alcuni andati a sentenza.   

L’Ast picena, nell’opporsi ai decreti ingiuntivi già emessi (12) oppure nel costituirsi in giudizio nei confronti di altre procedure (per adesso 25) avanzerà anche la tesi che “non può rispondere di debiti antecedenti alla sua istituzione”, avvenuta appunto ad agosto 2022.

L’ultima parola spetta al Giudice del Lavoro, mente ai dipendenti poco importa chi paga, l’importante è che questo avvenga come è nei loro diritti.

Soprattutto, i cittadini possono sperare che i soldi pubblici vengano utilizzati per una migliore gestione piuttosto che per foraggiare gli avvocati. 

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