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“Liberazione”, ma non dalla sosta selvaggia: caos di auto e bus alla stazione sambenedettese (Foto)

ANCORA una volta, l’area intorno allo scalo sconta seri problemi sul fronte della viabilità. Chi lavora in zona protesta. Aiuterebbe la realizzazione del tanto atteso nuovo terminal dei bus, ma all’orizzonte non ci sono novità
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di Marco Braccetti

Un copione che si ripete con snervante puntualità: soprattutto quando tornano a casa in treno studenti o lavoratori, l’area della stazione ferroviaria di San Benedetto va in tilt.

Le macchine di familiari o amici in attesa si sommano a quelle già normalmente in sosta (posteggiate in modo più o meno regolare) ed a loro si aggiungono pure i numerosi bus che hanno nel piazzale dello scalo il loro principale capolinea.

Risultato? Un caos: traffico spesso bloccato, smog generato dai gas di scarico e automobilisti coi nervi a fior di pelle che strombazzano a profusione.

L’ultimo episodio del genere è capitato nel pomeriggio di mercoledì (24 aprile): vigilia della Festa della Liberazione. «Non è la prima volta che succede; anzi, spesso vediamo pure di peggio. Ma dove sono i vigili?» si chiede polemicamente un taxista che lavora lì davanti.

Effettivamente, visto e considerato che i disagi accadono in frangenti ormai prevedibili, la presenza di qualche divisa potrebbe essere utile, sia per regolare il traffico che per scoraggiare la sosta selvaggia.

Certo, in questo periodo la situazione è ulteriormente complicata dall’impraticabilità del parcheggio interno alla stazione che, come abbiamo visto, riaprirà a breve. Ma per un problema in via di risoluzione, sul tappeto ne resta un altro.
La viabilità convulsa che caratterizza la zona della stazione è figlia anche della mancanza di un vero e proprio terminal dei bus. Nelle ore centrali di ogni giornata c’è sempre un’impressionante fila di autobus allineati in fila indiana, oppure anche in doppia fila, lungo via Gramsci.

La questione è stata affrontata da almeno 3 Amministrazioni comunali e si trascina ormai da oltre un decennio, senza che si riesca mai a fare un passo concreto in avanti.

L’Amministrazione Gaspari puntava ad acquisire l’area (di Rfi) dove attualmente si sta realizzando il nuovo park. Dunque questa ipotesi è tramontata.
L’Amministrazione Piunti, invece, aveva fatto balenare un’altra soluzione. Ossia uno “spacchettamento” del terminal, con le linee urbane in piazza Caduti del Mare; mentre quelle extraurbane nel versante ovest di piazza del Pescatore, dinanzi al Dopolavoro ferroviario dove, già oggi, c’è uno spazio destinato alla sosta dei bus. Anche in questo caso, non s’è fatto nulla.
Dall’attuale compagine amministrativa, a guida Spazzafumo, viene fatto filtrare che il tema del nuovo capolinea non è tra le priorità ma, comunque, l’area più indicata sarebbe piazza San Giovanni Battista.

Una scelta che, come un effetto domino, comporterebbe pure una rivisitazione del mercato bisettimanale.

Insomma: il nodo non si scioglierà a breve.

Intanto, le continue proteste di quanti vivono o lavorano in zona, come i taxisti, ormai non fanno quasi più notizia. Ma la situazione resta grave.

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