di Walter Luzi
Maurizio Virgili è tornato. L’invito della prestigiosa galleria nazionale Wikiarte di Bologna di poter ospitare una sua personale non poteva non essere raccolto. È nata così “Pensieri, parole, opere e…sospensioni”, in luogo delle omissioni, la mostra che onorerà l’incontenibile creatività del quasi sessantenne artista di Petritoli.
Abituato da decenni a decine di ribalte nazionali ed europee di alto livello, ma che mai ha rinnegato la sua identità, per autodefinizione, di artigiano dell’arte. Abilissimo a plasmare ogni materia e dare corpo e colori ad ogni sua suggestione con una sapiente manualità che conferisce valore aggiunto alle sue opere. Artista vero, che non rifugge mai nuove sfide, che non rinuncia mai a mettersi in discussione, ad affrontare nuovi rischi aprendo inesplorate vie.
E che, nel contempo, non rinuncia mai alla sua autenticità di uomo, prima e più che artigiano, “veri”, che ama sporcarsi le mani con la materia nel suo laboratorio, sempre odorante di colle, resine, stucchi e vernici. Che rifugge le troppe parole e il prendersi troppo sul serio, le public relations finalizzate, la pompa magna, le conferenze stampa e gli squilli di tromba. Che anche con i grandi critici d’arte del calibro, solo per citare un aneddoto poco noto, di Philippe Daverio, fuma insieme una sigaretta disquisendo del comune amore per i papillon all’ingresso, piuttosto che proporsi interessatamente davanti alle proprie opere pietendo positive recensioni.
Anche stavolta Maurizio Virgili stupirà, ne siamo certi, i tanti visitatori che affolleranno la Galleria del capoluogo emiliano di Piazza Galilei, intitolata a Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, dal prossimo 4 al 16 maggio. Crocevia di artisti di alto profilo, e che già in passato, l’ultima volta nel 2015, si è onorata di ospitare i suoi lavori. I tempi di realizzazione sono stati ristretti, ma l’ispirazione era già limpida, maturata in questi ultimi anni nella quiete della sua Petritoli.
Alla “Bottega di Erminia”, da sempre luogo di attività lavorative e culla di talenti autentici, minuscolo locale cuore nel cuore del paese e, da sempre, immenso contenitore di umanità e creatività. Le biennali internazionali d’arte di Venezia e di Ascoli fra le ultime sortite di Virgili lontane da quel civico 21 di Piazza Mazzini, porto sicuro e casa dell’anima dell’artista. Intanto portava avanti le sue sperimentazioni, per dare una impronta espressiva all’intreccio di quei spessi fili di cotone dentro una cornice senza tela. Ai calchi in gesso e alle vecchie lettere di plexiglass che prendono vita con i colori. Fisicità corporee, e materie in commistione, sospese.
Virgili ci ha sempre abituati alle novità, alle idee originali, alle invenzioni, alle sperimentazioni con i materiali più disparati. Non si smentisce mai. Queste sue opere sono letteralmente sospese nel vuoto, attaccate solo ad un filo come le nostre vite di ogni giorno. Come loro, precarie. E uniche. Una ispirazione, un pensiero, veloci, e una realizzazione, invece, più laboriosa e faticosa, come sempre accade quando si percorrono sentieri nuovi per materializzarli. Rappresentazione che ha bisogno del nulla dietro il perimetro della cornice per essere maggiormente goduta e apprezzata. Non la sicurezza e il chiarore solido di una parete retrostante, ma il vuoto assoluto, più adatto a darle tutta la profondità e la tridimensionalità che occorre. Un’altra scommessa, azzardata forse sotto l’aspetto della fattibilità pratica, ma vinta, per l’ennesima volta, dall’artista sambenedettese.
Sabato 4 maggio, alle ore 18, a Bologna ci sarà l’inaugurazione della mostra, che vedrà, separatamente, presente anche Rodolfo Savoia, alla presenza del critico presentatore Pietro Franca e delle autorità cittadine. Ma già in cantiere, prevista, quasi obbligata, la replica per la prossima estate dalle parti di casa, dove Piceno e Fermano si abbracciano in armonia. Da Bologna a Petritoli. Il ritorno a casa. Alla Bottega di Erminia. Dove sta il cuore. Perché solo quello conta.
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