di Peppe Ercoli
Assolto perché il fatto non sussiste. Questa è stata la sentenza pronunciata dal giudice delle udienze preliminari del tribunale di Ascoli Annalisa Giusti al termine del processo celebrato con rito abbreviato in cui era imputato un 45enne accusato di abuso d’ufficio.
L’uomo, un geometra comunale, era stato assunto a tempo determinato con il compito di seguire direttamente i lavori in somma urgenza, inclusa l’assegnazione di incarichi ai tecnici e alle ditte. Secondo l’impianto accusatorio della magistratura ascolana, l’imputato aveva eluso le norme stabilite dal commissario per la ricostruzione post-terremoto del 2016 riguardanti il codice degli appalti e il regolamento comunale sulla ripartizione dei fondi, approvato nel 2001 e non aggiornato. In particolare, avrebbe violato il decreto legislativo che ancorava l’erogazione degli incentivi alla presenza di una gara, escludendo tale possibilità per i lavori effettuati senza gara in somma urgenza.
In questo modo, il geometra comunale aveva firmato, quale responsabile del procedimento, la liquidazione di incentivi a proprio favore, percependo tra il 2017 e il 2020 una serie di singole determine per un ammontare complessivo di quasi 50 mila euro.
«Il codice degli appalti, di cui al decreto legislativo all’epoca vigente, non esclude la possibilità per i tecnici dei comuni di applicare gli incentivi di cui all’articolo 113 del codice degli appalti – ha detto l’avvocato Mauro Gionni durante l’arringa difensiva – Per cui ogni comune, come soggetto attuatore, si è regolato nel rispetto del regolamento vigente dell’ente sugli incentivi».
Inoltre, il penalista ha sottolineato che «l’utilizzo della procedura di somma urgenza nella maggioranza dei casi è stata circostanza necessaria e imprescindibile al fine di assicurare celeri interventi di messa in sicurezza delle infrastrutture, considerata la portata dell’emergenza scaturita dall’evento sismico. Ha inoltre consentito notevoli risparmi dei fondi assegnati mediante l’applicazione di un ribasso d’asta del 20 per cento sul prezzario ufficiale».
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