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Pesca di frodo, interviene la Capitaneria e scattano le confische

SAN BENEDETTO - Individuate dal personale dell’Autorità marittima delle nasse fissate ad un ancorotto. Sequestrate tutte le attrezzature. I controlli si andranno ulteriormente ad intensificare nelle prossime settimane
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di Marco Braccetti 

 

Pesca di frodo nelle acque sambenedettesi, la Capitaneria di porto interviene e sequestra tutte le attrezzature.

 

Ecco gli esiti di uno dei numerosi controlli messi in campo dal personale coordinato dalla comandante Alessandra Di Maglio. In particolare, durante un’ispezione sul corretto svolgimento delle attività di pesca, sono saltate fuori 4 nasse fissate ad un ancorotto. Tutto materiale privo di elementi identificativi, riconducibile ad attività illecite.

 

Tutto è stato portato via ed è scattato l’iter previsto in tali casi, con azioni che sono procedute contro ignoti, vista l’impossibilità di risalire a chi ha lasciato in acqua tale materiale da pesca. Gli atti di tale procedura sono stati notificati al Comune ed il Comando della Guardia Costiera ha fatto è stato confiscato.

 

I controlli proseguiranno anche nelle prossime settimane, col personale agli ordini della comandante Di Maglio scalda i motori in vista di un periodo operativo particolarmente intenso. Con l’arrivo di giugno, infatti, tornerà la consueta iniziativa “Mare Sicuro”. Tecnicamente, viene definita come “Operazione complessa di Polizia Marittima” e vede la Guardia Costiera al fianco dei cittadini e dei tanti turisti che scelgono il mare per le proprie vacanze.
Fino settembre, in linea con le direttive del Comando generale del corpo delle Capitanerie di porto, gli uomini e le donne del Compartimento Marittimo di San Benedetto saranno impiegati per l’attivazione del piano operativo di intervento, garantendo un servizio dinamico di sorveglianza e controllo per la salvaguardia della vita umana in mare, la sicurezza della navigazione e la tutela dell’Ambiente, attraverso un’incisiva opera di prevenzione.

 

Restando sulla scia dell’argomento inziale, la scorsa estate vennero effettuati degli accertamenti mirati sulla filiera ittica, dai quali scaturirono diversi illeciti amministrativi per assenza della necessaria tracciabilità ed etichettatura del pescato.

 

«Non va dimenticato – rimarcano dalla Capitaneriache i controlli svolti finiscono, in ogni caso, per proteggere, da un lato, gli interessi del consumatore finale e, dall’altro, anche gli stessi operatori del settore, che lavorano nel rispetto delle regole».

 

 


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