Anche l’ospedale “Mazzoni” di Ascoli avrà il robot “Da Vinci”: lo ha annunciato l’assessore regionale alla Sanità, Filippo Saltamartini che ha anche spiegato la “precedenza” data al “Murri” di Fermo (la gara per l’acquisto è di marzo scorso, scatenando la protesta di Francesco Ameli capogruppo in Consiglio comunale di Ascoli e segretario provinciale del partito democratico – leggi qui).
«Per l’ammodernamento delle strutture sanitarie della nostra regione – le parole di Saltamrtini – si è resa necessaria l’acquisizione di questa struttura robotica a Fermo e ora nelle Aziende sanitarie di Macerata e Ascoli.
E’ stato fatto un approfondimento sulla capacità e la proprietà di questa tecnologia che è molto costosa nell’azienda sanitaria territoriale di Macerata e quella di Ascoli.
Il risultato ha avuto esito positivo per cui l’Ast di Macerata si è accodata nella procedura di gara a quella di Fermo per l’acquisizione di questa tecnologia e la stessa cosa sta facendo l’Ast di Ascoli, recuperando un gap che invece vedeva la tecnologia robotica solamente presente nella provincia di Ancona e in quella di Pesaro».
Soddisfazione è stata espressa anche da Monica Acciarri che ha fortemente voluto che l’ospedale “Mazzoni” fosse dotato della robotica.
Il “Da Vinci” è il più evoluto sistema robotico per la chirurgia mininvasiva. Le sue caratteristiche tecniche fanno sì che il robot trovi diverse applicazioni, dall’urologia alla ginecologia, dalla chirurgia toracica alla chirurgia generale.
Il chirurgo, fisicamente lontano dal campo operatorio e seduto a una postazione dotata di monitor e comandi, muove i bracci del robot, collegati agli strumenti endoscopici, che vengono introdotti attraverso piccole incisioni. Il campo operatorio è proiettato tridimensionalmente, con immagini ferme e ad altissima risoluzione.
Il robot è formato da tre componenti principali: console chirurgica, carrello paziente e carrello visore. I vantaggi riguardano la possibilità di ricorrere a piccole incisioni con riduzione del traumatismo tissutale, minore sanguinamento e minore necessità di trasfusioni, riduzione dei tempi di degenza, meno dolore post-operatorio, più rapido il recupero (così come la ripresa delle attività quotidiane).
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