di Luca Capponi
Dalle riconferme alle sorprese da ribaltone, dai record di preferenze alla sfida col quorum. Di sicuro, è stata una maratona elettorale impegnativa per tutti, candidati e cittadini.
Il primo dato. Nel Piceno si votava in 22 comuni: in 16 occasioni il voto ha parlato chiaro, con l’elettorato che ha ridato fiducia ai sindaci uscenti. Nelle restanti 6 sfide, invece, ci sono stati avvicendamenti, alcuni dei quali del tutto inaspettati alla vigilia.
Tra i vincitori, balza subito all’occhio la percentuale ottenuta da Fabio Salvi, che per tagliare il traguardo del suo terzo mandato da primo cittadino di Venarotta ha ottenuto una cifra da record: 93,15% dei consensi. Roba grossa, da plebiscito. Allo sfidante, il segretario provinciale della Lega Roberto Maravalli, poco più delle briciole con il 6,85%.
Percentuali di riconferma altissime, oltre l’80%, per Antonio Del Duca a Montedinove, che dopo questo quarto mandato arriverà a 20 anni ininterrotti da sindaco con una percentuale che non lascia dubbi (86,21%), per Sergio Loggi a Monteprandone (81,59%) e Andrea Cardilli a Colli del Tronto, che arriva al terzo mandato (80,88%).
Risultati altisonanti anche a Montemonaco e Cupra Marittima, rispettivamente con Francesca Grilli (79,21%) e Alessio Piersimoni (77,28%).
Detto di Ascoli, il capoluogo di provincia dove Marco Fioravanti è risultato il più votato d’Italia col 73,9% (leggi qui), sono piovuti i bis anche a Folignano con Matteo Terrani, il sindaco più giovane del Piceno (classe 1988) che ha raggiunto quota 62,59% contro lo spauracchio del centrodestra, a Offida con Luigi Massa (61,18%), a Montalto con Daniel Matricardi (60,11%), a Carassai con Gianfilippo Michetti (47,7%) e a Massignano con Massimo Romani (43,33%).
La riconferma è arrivata anche per i quattro sindaci uscenti che in quanto unici candidati lottavano solo contro il quorum, raggiunto e superato ampiamente. Si tratta di Fabio Polini (Castignano), Massimo Narcisi (Monsampolo), Giovanni Borraccini (Rotella) e Alessandro Luciani (Spinetoli).
Qualcuno l’ha chiamata “aria fresca”, spiegando in maniera sintetica il concetto di ricambio su cui alcuni candidati hanno fatto leva durante la campagna elettorale. E che in alcuni casi ha prodotto risultati inaspettati. Come a Comunanza, dove Alvaro Cesaroni partiva coi favori del pronostico, pronto a raggiungere il suo terzo mandato forte dell’appoggio di quasi tutta la giunta. E invece ecco il colpo di coda dell’ex vicesindaco Domenico Sacconi, che con una squadra piena di gioventù (età media circa 40 anni) ha raggiunto la vittoria dopo una sfida all’ultimo voto: 962 (pari al 51,01%) contro 924 (48,99%).
Stesso ritornello a Maltignano, dove l’ex assessore Claudio Flamini ha sconfitto lo storico sindaco Armando Falcioni (per lui due mandati tra il 1999 ed il 2009 e dal 2014 ad oggi) per 134 voti, ottenendo il 54,54%. Altra volta storica a Montefiore, dove finisce l’era di Lucio Porrà (dal 1999 alternava i ruoli di sindaco e vice sindaco), che per soli 20 voti ha ceduto il passo a Nazzareno Ciarrocchi: 589 contro 569.
Altro “impero” che finisce, ma solo a livello personale, è quello di Giuseppe Amici a Palmiano (prima elezione nel 1995), il centro più piccolo della provincia coi suoi 189 abitanti. Eppure qui c’erano in corsa ben tre pretendenti. Alla fine l’ha spuntata il vicesindaco Emidio Ortolani, classe 1986, secondo under 40 degli eletti, con il 58,52%. Nella sua lista figurava, tra gli altri, proprio Amici. Menzione d’onore per Gianluca Capriotti, riuscito nell’impresa di racimolare un solo voto.
Cambio della guardia anche a Castorano, con la “benedizione” del sindaco uscente Graziano Fanesi, in lista con l’eletta Rossana Cicconi (59,74%) che, caso unico nel Piceno, sfidava un’altra donna, Bianca Speca.
Infine Roccafluvione, dove le “turbolenze” non sono mancate. Di fronte al sindaco Francesco Leoni c’era il vicesindaco Guido Ianni, a sancire la spaccatura nella maggioranza. Ad approfittarne è stato il candidato del centrodestra Emiliano Sciamanna, che alla fine ha avuto la meglio con il 49,25%. Niente da fare neanche per il quarto candidato, l’imprenditore Emidio Angellozzi.
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