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Posti letto Medicina Amandola, sindacati e Pd sulle barricate: «No categorico al taglio» L’Ast: «Rimodulazione temporanea»

AMANDOLA - Previsto per mercoledì un summit tra forze sindacali e azienda sanitaria per affrontare la questione
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«La situazione è insostenibile: serve un confronto sulla sanità fermana». Inizia così la nota dei sindacati a firma del segretario generale Cgil Fp Fermo, Michael egidi, del componente del comitato reggenza della Cisl Fp Marche, Giuseppe Donati, del segretario territoriale Uil Fpl Ap-Fm, Luigi Emiliozzi, di quello della Nursind Fermo, Gianluca De Paolis e di quello della Nursing Up fermana, Anna Donataccio. Il pomo della discordia? Il taglio di posti letto alla Medicina di Amandola. Un argomento su cui intervengono anche Stefano Pompozzi (Capogruppo Pd Consiglio Provinciale di Fermo)
e Giovanni Annessi, Orfero Cruciani, Alessio Ciabattoni (consiglieri Pd Comune di Amandola). Tutti dello stesso avviso: quei posti letto non si toccano. Ma a fare da contraltare alle forze sindacali e ai dem arriva anche l’Ast che con una nota stampa puntualizza che si tratta di una «rimodulazione temporanea».

Ma partiamo proprio dalla nota dei sindacati: «La premessa è d’obbligo: gestire oggi un’azienda sanitaria pubblica è un’impresa titanica ed ognuno di noi ne è consapevole. Le attenuanti non possono però giustificare provvedimenti improvvisi di questa entità: ci riferiamo al taglio dei posti letto di medicina Amandola, da 20 a 12, decisi senza coinvolgere le parti sociali interessate, e che cozzano con gli impegni assunti e i numeri professati  solo due mesi fa, durante il Consiglio Comunale aperto incentrato proprio sul tema sanità. Proprio in quella sede, la direzione aziendale garantì numeri ben diversi per il nuovo reparto di  medicina ad Amandola e tornare sui propri passi con queste modalità, una comunicazione d’ufficio senza la disponibilità di alcun confronto in merito, è del tutto inaccettabile. In primis per i  dipendenti del reparto, i quali avevano già predisposto un piano ferie che a questo punto  risulterebbe inutilizzabile in barba al diritto di conciliazione del tempo di vita e di lavoro, in secundis per l’utenza stessa della città di Amandola e di tutta l’area montana, in preda a dubbi su quale futuro l’attenderà realmente all’apertura del nuovo ospedale ed infine per l’economia dei posti letto  complessivi del Murri. Inaccettabili, inoltre, sono anche le reali motivazioni di provvedimento, che leggiamo tra le righe: la volontà di riaprire da subito il reparto di Osservazione Breve Intensiva senza ricorrere a nuove  assunzioni. Perché la verità e tutta qui: non c’è abbastanza personale per garantire ferie, servizi ed i giusti nonché doverosi percorsi per l’accreditamento. Più volte abbiamo denunciato l’impossibilità di continuare a garantire servizi senza adeguare  contestualmente le risorse date. La stessa conferenza dei sindaci del Fermano di un anno fa, si era chiusa con la richiesta di perequazione, per ridare dignità alla sanità di questo territorio. Ciò che invece si continua a registrare è l’affanno di operatrici e operatori trattati come numeri e sbalzati da un reparto all’altro a tappare gli inevitabili buchi, interi turni di Oss e medici non coperti nella Rsa e nei punti di primo intervento dei territori, il Pronto soccorso del capoluogo costantemente sovraffollato, con l’équipe allo stremo, che fatica a garantire in tempi brevi la dovuta  assistenza agli utenti e a gestire la conseguente rabbia dei familiari. Tutte le problematiche già conosciute si stanno dunque acuendo. Il clima, interno ed esterno alle  strutture sanitarie, diviene sempre meno disteso e costruttivo ma degli impegni presi dalla politica  nei confronti della sanità fermana non c’è traccia ed alcun risultato. Il peso di tutto questo ricade  inevitabilmente sugli operatori che stanno perdendo fiducia nel sistema pubblico.  Tutto ciò non è più sostenibile. È necessario che l’Ast ritiri immediatamente il provvedimento su Medicina Amandola e faccia chiarezza su eventuali cambi di natura assistenziale ad alcuni posti letto al suo interno, prendendo definitivamente atto delle innegabili difficoltà generali, la quali vanno affrontate con trasparenza e con l’apporto di tutte le parti in causa, dalle organizzazioni sindacali alla direzione aziendale, dai sindaci di Fermo e Amandola al presidente della Provincia e alla giunta regionale. Le segreterie territoriali di Fp Cgil, Cisl Fp, Uil Fpl, Nursind e Nursing Up chiedono quindi di istituire e convocare urgentemente un tavolo programmatico permanente, per affrontare fino in fondo la gestione futura della sanità fermana, a partire dalle dotazioni organiche e dai servizi previsti per i nuovi nosocomi di Amandola e Campiglione. Non c’è più tempo da perdere in tal senso. Laddove non venisse compreso quanto tale confronto sia non più rinviabile, si riserveranno di  utilizzare ogni strumento in loro possesso al fine di richiamare ognuno alle proprie responsabilità». 

Da sin. Stefano Pompozzi e Giovanni Annessi

Si diceva, anche il Pd interviene sulla questione: «Esprimiamo viva preoccupazione – rimarcano, anche loro in una nota, il capogruppo Pd in consiglio provinciale, Stefano Pompozzi e i consiglieri comunali  Pd, Giovanni Annessi, Orfeo Cruciani e Alessio Ciabattoni – per la paventata riduzione del numero dei posti letto della Uoc Medicina di Amandola specialmente in questa fase storica che vede l’imminente apertura del nuovo presidio ospedaliero a servizio dei Sibillini. Il nuovo ospedale è destinato infatti ad essere il punto di riferimento sanitario per la fascia territoriale interna delle tre province del sud delle Marche cioè le aree che più di altre portano ancora evidenti le ferite del sisma. Non è accettabile, e non verrà accettata, alcuna decisione che possa direttamente o indirettamente incidere
negativamente sul già difficile equilibrio che la comunità amandolese e dell’area montana in genere sta lentamente ritrovando. Tale potenziale taglio sarebbe ancor più assurdo se si considerano i progetti e fondi messi in campo dal Comune di Amandola, dalle altre realtà municipali dei Sibillini e dalla struttura commissariale per la ricostruzione post-sisma volti a contrastare il fenomeno della desertificazione demografica. Siamo a chiedere che non venga adottato alcun atto da cui possano scaturire conseguenze che aggraverebbero i disagi della comunità amandolese e montana in genere con riguardo al servizio, quello sanitario, essenziale per i cittadini che già qui vivono quotidianamente maggiori difficoltà di accesso allo stesso. Chiediamo piuttosto che si faccia, ognuno per le proprie responsabilità e competenze, quanto possibile affinché sia operativo il nuovo presidio ospedaliero, vero segnale di concreta attenzione verso questa zona».

Roberto Grinta

Ma sulla questione interviene, anche in questo caso con una nota, direttamente l’Ast di Fermo, guidata dal direttore generale Roberto Grinta: «In merito alle voci circolate in queste ultime ore sui posti letto di Medicina Amandola l’Ast di Fermo – si legge proprio nella nota dell’azienda sanitaria fermana – comunica di averne predisposto una rimodulazione temporanea dettata dalla volontà di supportare l’attività di Pronto Soccorso che nel periodo estivo fa registrare, notoriamente, un surplus di emergenze e di interventi ortopedici nella zona montana, e per organizzare al meglio le ferie estive anche e soprattutto in attesa dell’arrivo di nuovi infermieri e Oss (attualmente sono in fase di reclutamento 9 infermieri e 4 Oss). La rimodulazione ricalca in parte il modello pre-2016 con la sinergia tra Pronto soccorso e Medicina. Dunque nessuna riduzione dei posti letto della Medicina. Il Piano socio-sanitario regionale, lo ricordiamo, ha previsto ad Amandola un Ospedale in zona disagiata, come da Decreto Ministeriale 70/2015 che definisce i criteri per un ospedale, appunto, in zona disagiata. La Regione Marche con il nuovo Piano socio-sanitario ha individuato specifici indirizzi con attività di ricovero che prevedono la medicina generale, la chirurgia generale (con attività di day e week surgery), la lungodegenza e la Rsa con 20 posti letto e attività di ricovero programmabili con posti letto fino a 40 unità. Sono inoltre previste altre attività, come quella di Pronto soccorso integrato con Dea di primo livello, radiologia, laboratorio ed altre attività specialistiche ambulatoriali, un centro dialisi assistenza limitata, continuità assistenziale, Potes. Sono inoltre previste grandi apparecchiature come la Tac e la Risonanza magnetica. La Regione è fermamente intenzionata a portare avanti tutte queste attività e servizi. Non si dimentichi nemmeno che l’attenzione della Regione e di questa Ast sul nuovo ospedale di Amandola, punto di riferimento sanitario per l’area dei Sibillini, a cavallo tra tre province, è testimoniata dall’individuazione di un primo investimento di 3 milioni di euro che ha consentito l’avvio delle procedure di acquisizione per nuove tecnologie ed arredi, propedeutici all’apertura del nosocomio. Quindi non è previsto alcun ridimensionamento ma solo un ridimensionamento dei posti letto teso a supportare l’attività programmatoria in vista dell’apertura del nuovo ospedale. Si ribadisce la temporaneità della riorganizzazione per agevolare le turnazioni legate alle ferie degli operatori sanitari, per sostenere le attività del Pronto soccorso, in collaborazione con il medico di emergenza-urgenza, anche nell’ottica di programmare il concorso per il Direttore della Medicina di Amandola (l’attuale Direttore andrà in pensione nella prima decade di luglio) e per dare la possibilità all’Azienda di assumere ulteriore personale. Alcuni operatori sanitari sono già in fase di reclutamento. Si stima che si possa avere una posizione di normalità organizzativa nell’arco di poche settimane. I sindacati rappresentano una componente molto importante con cui l’Azienda ha cordiali e proficui rapporti di collaborazione. Al riguardo l’Ast incontrerà le forze sindacali mercoledì prossimo per approfondire anche questa tematica».


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