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Afa e smog tornano a braccetto in Riviera: salgono i livelli di polveri sottili

SAN BENEDETTO - Venerdì l’Arpam ha  registrato uno sforamento ai limiti giornalieri di Pm10: insolito per il periodo estivo. Tra le cause, probabile anche l’ondata di sabbie provenienti dall’Africa. Si spera che sia un dato isolato, ma incidono i cambiamenti climatici
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di Marco Braccetti 

 

In Riviera è tornato un connubio poco gradito: afa e smog. La cappa di calore degli ultimi giorni, con un’irruzione di sabbie provenienti dall’Africa, ha contribuito ad abbassare i livelli di qualità dell’aria. Lo si sentiva semplicemente camminando per la città, ma l’Arpam ci ha messo il timbro dell’ufficialità.

 

Infatti, nella giornata di venerdì 21 giugno, la centralina che monitora l’aria sambenedettese (collocata lungo via Asiago) ha registrato un dato anomalo. Piccola premessa: la soglia-limite giornaliera di polveri sottili Pm10, è di 50 microgrammi per metro cubo d’aria. Ebbene, l’altro giorno si è saliti a 56. Questi non sono solo semplici numeri statistici. Infatti, è ormai scientificamente provato che la presenza di eccessive concentrazioni di micro-polveri nell’aria incide sfavorevolmente sulla qualità della vita di chi quell’aria è costretto a respirarla.

Dato anomalo dalla centralina di via Asiago

 

La speranza è che si sia trattata di una “mosca bianca”. Effettivamente, in estate è raro che si concentrino grosse quantità di smog a San Benedetto dove, storicamente, a fare la parte del leone nella produzione di gas inquinanti sono gli impianti di riscaldamento. Questo non lo diciamo noi, ma sempre l’Arpam che, sul tema, qualche anno fa, ha svolto un’indagine molto approfondita.

 

Ad ogni buon conto, è assai probabile che a contribuire ad abbassare la qualità dell’aria c’abbia pensato anche la sabbia. E non è la prima volta, quest’anno, che le sabbie sahariane irrompono lungo le nostre latitudini. Avvenne anche lo scorso aprile e, pure in quel caso, a farne le spese fu la qualità dell’aria, pure a San Benedetto. Complessivamente (da inizio 2024 a oggi) la centralina ha registrato ben 11 giornate con livelli allarmanti di micro-polveri.

 

Ad ogni modo, resta lontana la fatidica soglia delle 35 giornate all’anno con livelli di smog allarmanti. Altro limite, oltrepassato il quale le varie amministrazione comunale convolte son chiamate a prendere nuovi provvedimenti anti-smog. Certo, i cambiamenti climatici mettono sul tavolo delle amministrazioni pubbliche anche la difficile sfida delle irruzioni di correnti dal Continente Nero.

 

«Questi eventi estremi – rimarcano dall’ Agenzia regionale per la protezione ambientale delle Marche  – determinano il trasporto di masse d’aria africane, riconducibili anche all’estensione del processo climatico-ambientale della desertificazione».

 


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